Non vorremmo essere caduti dalla padella alla brace. 
Sembrava avviato il tentativo della ristrutturazione. Dopo un giro di consultazioni con categorie e funzionari, per lunedì 19 erano state convocate dal Commissario con nota 13 marzo (clicca qui) le società di corse per definire il calendario 2007, interrompendo la triste consuetudine della precedente gestione, in cui i convegni di corse venivano ufficializzati periodicamente e modificati quotidiniamente.
Oggi (venerdì) un’ulteriore nota (clicca qui), ma per annullare la riunione di calendario del 19 marzo. A cui ha fatto seguito la solita telefonata del ragionier Alfonso Ferrara, con cui si informava le società di corse che il calendario sarebbe stato comunicato, come per gli altri mesi, solo per aprile.
E alle categorie? Nemmeno un rigo, tanto sono figlie di un Dio minore.
Non è un modo corretto di comportarsi nei confronti di chi deve programmare il proprio lavoro e ha mantenuto gli accordi, accettando sacrifici per poter continuare a sperare di vivere d’ippica in futuro. E nell’appunto odierno Guido Melzi specifica che in ogni caso si terrà la riunione prevista per martedì 20 che “sarà incentrata sui criteri generali di calendario ed eventuale riduzione dello stesso e di indirizzo futuro sulla riparametrazione di giornate e premi”.
Quale significato dobbiamo dare alla parola riparametrazione di giornate e premi?
Non aveva assicurato il Commissario che il montepremi ordinario (in caso di riduzione di corse sarebbe stato ripartito sulle rimanenti) sarebbe rimasto invariato? Non è forse che dopo la proposta di bilancio (che prevede un aumento dell’appannaggio agli ippodromi di 25 milioni, da 109 a 134 milioni) di Panzironi con montepremi a 175 e non a 220 come assicurato, Melzi ci abbia ripensato? Magari anche perché il contributo ministeriale di 40 milioni necessario per non abbassare i premi sotto la soglia dei 220 non è scontato? Rifiutiamo di crederci.
Per adesso prendiamo atto che l’Unire di Melzi funziona peggio di quella di Panzironi e che sinora si sono spese solo parole.
G.R.