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Unagt : Tg Comitato 6.3.07: ma Melzi da che parte sta?
Inviato da unagt il 6/3/2007 23:25:46 (900 letture)

Dopo le buone idee e i buoni progetti, un cambio di rotta inaspettato e tutto rimane come, anzi peggio di prima. Rinviata la prima udienza del processo a Panzironi.

                                 



Guido Melzi sembrava aver imboccato la strada giusta verso una nuova Unire che potesse avviare il rilancio del settore. La lettera di rimozione recapitata a Panzironi sembrava la fine di un incubo, invece è stato l’inizio di un nuovo dramma che ancora oggi viviamo. Panzironi è ancora al suo posto e ora il suo licenziamento non sembra più una priorità per il Commissario dell’Unire, che non esercita il suo potere e non riesce a  imprimere alla sua gestione quella discontinuità necessaria per rilanciare un settore in profonda crisi.  Un atteggiamento che difende invece il potere del segretario generale dell’Unire, il cui processo doveva incominciare oggi, ma l’udienza è stata rinviata come rivela un’agenzia di stampa.

Ecco il comunicato diffuso oggi dall’Intercategoriale (Upt, Fipt, Unagt, Assogaloppo).

“L’ulteriore scadenza al Segretario Generale è fissata per giovedì 8 marzo 2007.
C’è da crederci? Stando ai precedenti termini “improrogabili”, ma sistematicamente prorogati,  la fiducia viene meno.
Gira poi voce che si sta accertando un ulteriore profilo di responsabilità del Segretario, riferita ad una presunta omissione che farebbe annullare le convenzioni con gli ippodromi.  Il  caso è demandato al Tar Toscana, che si pronuncerà il 28 marzo p.v., dovendo stabilire sia se tale omissione sussista, sia se tale omissione abbia rilevanza ai fini di un eventuale annullamento. 
Di qui la tesi dell’opportunità di attendere fine marzo (ma la sentenza del Tar sarà depositata entro quanti giorni dalla data di discussione? E se venisse interposto appello?), per potere avere una giusta causa in più di licenziamento, anziché procedere ad una risoluzione consensuale del rapporto Segretario-Unire, con una vergognosa buonuscita superiore ai 350 mila euro?
Insomma: da una (da accertare) ulteriore condotta negativa del Segretario, si concede allo stesso un premio, e cioè il beneficio della continuazione del rapporto sino al deposito o addirittura passaggio in giudicato della sentenza del Tar Toscana, e quindi a tempo indeterminato.In realtà, vi sono già numerosi addebiti al Segretario, tali da motivare ampiamente un  recesso per giusta causa: doping inaffidabile, bilanci non in regola, previsioni di bilancio sbagliate, transazioni per i canoni TV, super consulenze, e così via.  Basterebbe il solo rinvio a giudizio per falso ideologico e abuso di ufficio (oggi la prima udienza), a termini di contratto collettivo, per sospendere il Segretario.
Quindi finiamola con questa pantomima, che rischia di fondare sospetti di collusione e di simulazioni teatrali.

Di certo, tutto è fermo, tutto è immobile, il montepremi scende e il movimento globale delle scommesse segna al 5 marzo un meno 3,56, con la tris ferma a meno 12,56 e l’Unire non fa nulla.

Emblematico è il doping: è intollerabile che, a causa di un  sistema che la Commissione Ministeriale appositamente istituita ha accertato non attendibile - oltre che troppo costoso (10 i milioni di euro stanziati nel preventivo Unire 2006, per un baraccone che fa acqua da tutte le parti) -, dopo cinque mesi, ancora gli operatori ippici vengano condannati disciplinarmente e rinviati a giudizio penalmente.  Chi fa uso di sostanze dopanti, è certo un disonesto e deve pagare per quello che fa.  Ma essere puniti senza certificazione, senza certezza, è contrario al più elementare senso del diritto, e chi punisce senza certezze è doppiamente colpevole. 
E
 qualche ministeriale pretenderebbe anche il silenzio stampa. Perché? A che scopo? Forse per proteggere un passato oscuro che le categorie pagano sulla loro pelle? Cosa  si cerca di nascondere? I dubbi sono tanti, troppi.
Si attenderà, certo, la scadenza di domani. Ma sarà l’ultima volta. Nell’ipotesi di una ulteriore delusione, l’Intercategoriale sarà costretta a trarne le debite conseguenze, questa volta senza preavviso, ed assumere le iniziative opportune anche nei confronti di un Commissario in cui credeva (e in cui vorrebbe continuare a credere), e che ha però il dovere di esercitare il proprio ruolo per il rilancio dell’ippica
, anziché perdersi, dopo sei mesi di mandato, ancora in sterili proclami troppe volte sentiti, ma mai messi in atto e di cui faremo volentieri a meno.

Fatti
, non parole
.

G.R.

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