Riappare assieme a Pierluigi D’Angelo anche Massimo Gentile, ex Commissario Encat e ex componente del Consiglio di amministrazione Unire. Incredibile: Melzi tentenna ancora sul caso Panzironi.

L’avvocato Massimo Gentile (un altro che, come Zambelli, ama i bei vestiti) era stato Commissario Encat e componente del Cda Unire, molto legato ad Angelo Pettinari e a Francesco Ruffo, due fedelissimi delle agenzie ippiche.
Ebbene il signor Gentile è rispuntato fuori da non si sa dove, a braccetto con Pierluigi D’Angelo, tentando di destabilizzare i driver campani (e quindi anche l’Unagt) paventando una fantomatica associazione di categoria campana. Proprio in Campania, dove Unagt e Upt hanno lottato come da nessuna altra parte per difendere gli interessi della categoria, in difesa del montepremi, per la riapertura di Aversa, e quotidianamente anche con qualificata assistenza legale, completamente gratuita e non a gettone.
La mossa di Gentile e di D’Angelo desta perplessità, forse determinati poteri stanno tentando di rientrare in gioco. Fonti attendibili riferiscono che Gentile punterebbe alla carica di segretario generale Unire, al posto di Panzironi. Altre addirittura a quella di commissario.
E con lui tutta una vecchia nomenklatura che credevamo appartenesse al passato.
Un'altra conferma di quanto sia necessaria al più presto una situazione di chiarezza istituzionale in seno all’ente.
Ma il caso Panzironi purtroppo non è archiviato, anche se al ministero sostengono che per loro la pratica lo è.
Per quanto ci riguarda, esistono solo le parole, ma nulla è stato messo nero su bianco, mentre tutto continua ad andare a rotoli. L’Unire è sempre più ingessata, i dirigenti remano contro il commissario, le scommesse sono in calo, il doping è inattendibile e imperversa il regime provvisorio con bilanci preventivo 2007 e consuntivi 2005-06 non ancora firmati.
Peggiore dell'Unire di Panzironi.
Tutto dipende a questo punto da Guido Melzi, anch’egli all’ultima spiaggia. Dalla sua decisione nel chiudere comunque la pratica Panzironi se non vuole fallire il suo mandato e staccarsi da quelle categorie con cui tiene tanto a dimostrare un buon rapporto al ministro.
Deve assumersi le sue responsabilità e chiuderla per fugare dubbi che sembravano dissolti. Dubbi sulla sua reale volontà anche politica di girare pagina e sul fatto che il licenziamento del segretario venga volontariamente trascinato per motivi incomprensibili, estranei al bene dell’ippica, ma che potrebbero permettere intanto ad altri di fare i loro affari all’ombra di questo caos.
Il commissario è ancora in tempo per non diventare complice di Panzironi, ma è agli sgoccioli.
Non ha più tempo, siamo stati comprensivi, amici veri, ma la nostra pazienza è terminata.
Caro Commissario, siamo persone serie, a simili manovre noi non staremo.G.R.