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Unagt : Tg Comitato 23.2.2007: gli amici di Panzironi debbono togliere il disturbo
Inviato da unagt il 23/2/2007 23:59:00 (1094 letture)

Molti i personaggi del passato che non vogliono voltare pagina. Veterinari disorientati.



L’atto conclusivo della vicenda Panzironi sarà formalizzato mercoledì davanti alla camera provinciale del lavoro.
Sarà un caso, ma proprio in questi giorni alcune categorie dello statico mondo dei purosangue (Uncps, Unagt, Anap, dalle quali si è dissociata Assogaloppo), rappresentate da personaggi da sempre legati al segretario dimissionario, si sono improvvisamente ricordate che il montepremi è diminuito, annunciando deliranti forme di protesta (poi non attuate) da oggi (venerdì).  Dimenticandosi che il commissario ha annunciato ed esposto più volte le cifre del montepremi 2007 (220 milioni, contro i 250 del 2006). E dimenticandosi che il responsabile dell’attuale fabbisogno finanziario dell’Unire è proprio il loro amico segretario generale, responsabile, ai sensi dell’art. 13 dello statuto, della predisposizione dei bilanci  preventivi, dei relativi assestamenti e dei consuntivi, che per quanto riguarda le entrate dalle scommesse 2006 hanno registrato uno scostamento di euro 28,70 milioni (450,70 i preventivati, contro i 422 realmente incassati). Ma responsabile anche del rientro dei minimi garantiti e delle quote di prelievo dovuti dalle agenzie ippiche, inevasi per decine di milioni di euro.
Senza tenere conto di un rinvio a giudizio per abuso di ufficio e falso ideologico, che lo ha raggiunto alcune settimane fa per una delle tante consulenze assegnate.
Sembra che per questi signori il passato non conti e che la colpa dell’attuale degrado non sia dei soliti noti, ma di chi è arrivato adesso, magari perché al posto di slogan e proclami senza senso ha evidenziato le criticità economico – finanziarie dell’ente, proponendo un piano di ristrutturazione.
Se non fossimo convinti della buona fede di Paolo Zambelli, Giuseppe Botti e Loreto Luciani, verrebbe da pensare che vogliamo non tanto dare una mano a un vecchio amico, ma strumentalizzare le difficoltà del settore per  indebolire la posizione di Guido Melzi e la sua politica di discontinuità.


Sarà sempre una combinazione, ma adesso ci si sono  messi  anche i veterinari, spinti forse da qualcuno tra loro, nostalgico dei tempi in cui tutto gli era permesso. E mentre quest’ultimo si tappava gli occhi, qualcun altro pensava a smantellare il settore.
Insomma, la solita mentalità a comparti stagni che ci ha rovinati, conseguenza di anni di assistenzialismo, in cui quella ippica era l’unica scommessa permessa e i soldi non mancavano. La maggior parte dei nostri amici veterinari è stata assalita dal panico quando ha letto la recente e sacrosanta delibera commissariale, recante  disposizioni in materia di nomina dei veterinari e degli ispettori doping
(clicca  qui), che, nella maggior parte dei casi, sono stati legittimamente ridotti da due a uno. Qualche veterinario, dimenticandosi del titolo di studio, ha dato per scontato anche la soppressione della figura del collega coadiutore e ha pensato bene di proporre, in evidente stato confusionale, ai colleghi idonee forme di protesta.
La delibera non è chiara, ma chiarissima nella sua tecnica redazionale, che non si presta a diverse interpretazioni. La nomina di uno o due veterinari coadiutori non rappresenta assolutamente un’eccezione, ma è la regola legata allo standard della tipologia ordinaria delle corse. Evidentemente, in funzione di futuri convegni al di fuori di quelli programmati ordinariamente, sembra opportuno lasciare la facoltà di limitare il numero degli addetti al servizio veterinario, ove questo sia funzionale e compatibile con gli obbiettivi da raggiungere. Ippodromi regionali, potenziali bacini di passione e promozione ippica, con solo gioco sul campo e programmi di minima, potrebbero costituire un esempio.
Ci sarebbe da meravigliarsi e non poco se qualcuno, strumentalmente, fingesse di non capire che la nomina del veterinario coadiutore è indispensabile all’attuale tipologia delle corse e costituisce la regola,  come chiaramente dispone la delibera in questione e come fonti autorevoli Unire ci hanno confermato, stupendosi, e non poco, della domanda.
Purtroppo, anche i veterinari, assieme a Zambelli, Botti e Luciani, sembra vogliano continuare ad abitare su Marte.

G.R. 

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