Il commissario con una squadra che gli rema contro. Lo scandalo giurie dell’era Panzironi. Vizzardelli ci risponde.
Vedere Guido Melzi partecipare assieme a Franco Panzironi (licenziato e rinviato a giudizio, ma ancora al suo posto) e Marco Pittaluga (anche se un po’ in disparte) all’incontro di ieri (mercoledì) per la questione Aversa è stato molto triste e il risultato del confronto rispecchia perfettamente la situazione di immobilismo venutasi a creare, con il commissario dell’Unire isolato da tutto e da tutti, laddove dovrebbe invece avere a disposizione un team capace e pronto a seguirlo e a confrontarsi con lui. Invece, anche per colpa sua, Melzi va avanti con Panzironi e noi ci chiediamo, a questo punto, con quale scopo.
Un emblema di ciò che ha significato Panzironi per la nostra ippica è stato l’operato delle giurie di Aversa, che non hanno mai denunciato all’autorità giudiziaria un solo fatto fra i pochi che hanno censurato.
“Atti diretti ad alterare fraudolentemente l’andamento o il risultato di una corsa nonché ogni atto contrario alla legge 13 dicembre 1989 n. 401 recante disposizioni contro il gioco e le scommesse clandestine”, come testualmente recita l’art. 97 del Regolamento delle corse.
Queste giurie hanno inspiegabilmente annullato e solo deferito qualche corsa (tutti casi ancora irrisolti dopo anni) alle commissioni di disciplina, applicando parzialmente il Regolamento delle corse ed in particolare il combinato dato dagli artt. 64, che prevede l’intervento disciplinare della giuria nei casi in “cui appaia chiaro che un cavallo ha corso in modo non conforme alle sue possibilità, falsando lo svolgimento e il ritmo della corsa e provocando situazioni di disagio o di pericolo per gli altri concorrenti” e dalla codifica disciplinare 56, che, nei casi più gravi, dopo aver sentito il guidatore, consente“la sospensione con effetto immediato”, oltre al deferimento alla commissione di disciplina.
La verità che si desume sembra confermare (e rafforzare) le affermazioni di Francesco Gragnaniello, presidente Upt, ex delegato Federnat per la Campania: “ Finalmente si è arrivati al marciume di Aversa, su cose che tutti sapevano, ma che nessuno diceva. Ho anche detto che finalmente c’è stata una Giuria che ha deciso di guardare e di prendere provvedimenti, dopo che troppo volte nessuno aveva mai visto anche in casi di corse palesemente anomale” (clicca qui).
E Giuseppe Palomba, delegato Unagt per la Campania, rincara la dose : “ Da anni denunciamo una situazione insostenibile, ma l’Unire precedente alla gestione di Melzi ci ha ignorati” (clicca qui).
Sarebbe stato sufficiente che le giurie nominate dall’Unire (determinazioni del segretario generale) avessero applicato il regolamento delle corse (artt. 4, e soprattutto 64, 97, codifica 56 o, in caso - pag. 104 - di sanzione, gg. 40 di appiedamento con sospensione immediata) e denunciato i fatti all’autorità giudiziaria.
Norme facili da leggere (clicca qui), comprendere e applicare.
Chissà perché qualcuno se ne è dimenticato?
Forse per quella differenza tra uomini e “omuncoli”, che poi è la stessa che intercorre tra chi può e ha il coraggio di parlare a testa alta, e chi, invece, non è capace di guardarsi dentro e ha lo sguardo rivolto sempre, costantemente, in basso.
Riceviamo da Marco Vizzardelli, giornalista de Lo Sportsman che avevamo criticato per un suo articolo relativo alla serata degli Oscar del galoppo.
“Cara Unagt, era vera l'ipotesi "ironia"… Forse mi sbaglio ma credo che:
a) Un conto sia criticare la presenza di Panzironi & Vespa. Sacrosanta critica, che si può svolgere a piattonate (ma non so se serva) o con ironia.
b) altro conto criticare in toto la manifestazione-Oscar, che mi sembra un merito, visto che è rimasta l'unica del genere. Sull'impostazione data alla serata, ho espresso anche oggi riserve. Ma non riconoscere almeno il merito d'aver organizzato gli Oscar significa criticare a priori. La mentalità secondo la quale qualunque cosa faccia una certa parte è male perché è fatta da quella parte non porta... da nessuna parte.
Con amicizia”
Ringraziamo Vizzardelli e ci permettiamo di rispondere alle sue osservazioni.
La battuta con cui Vespa e Panzironi erano definiti miti di oggi continua a non sembrarci ironica, a prescindere dalla volontà di Vizzardelli. Ma comunque apprezziamo che lo scopo fosse quello. Per quanto riguarda il resto possiamo affermare con decisione che le critiche mosse non erano alla manifestazione, senza dubbio benemerita.
Abbiamo rilevato (aspramente) alcuni aspetti (Melzi con Panzironi più o meno come due vecchi amici) e la frase (“una serata fra amici”) di Paolo Zambelli assolutamente fuori luogo, visti i tempi che corrono e che neanche una splendida serata di festa possono far dimenticare.
G.R.