Rilancio ragionato e piedi saldi in terra.

L’ippica italiana è al capolinea. La cultura del cavallo da corsa sta per essere fagocitata dai numeri e dalle combinazioni di numeri delle scommesse virtuali e dei nuovi giochi.
Il settore deve essere rifondato con dedizione e trasparenza, soprattutto tenendo i piedi saldi in terra. Basta con il riempirsi la bocca di parole come qualificazione, senza indicarne la via. L’unico risultato sarà quello di sostituire corse ordinarie con matineè, cioè per brocchi. E di trasformare le ordinarie in matineè, come è avvenuto nell’Unire di Panzironi.
Il primo passo dovrà essere la quadratura dei bilanci. Mancano 56 milioni per pareggiare il bilancio preventivo 2007 e si prevede di recuperarne 12 con economie e ulteriori 44 da tagli al montepremi e alle provvidenze all’allevamento.
Buco causato da una gestione di enormi e dannosissimi errori di previsioni (favorita dal disinteresse di tutte le componenti ippiche), che ha rischiato di bloccare l’attività delle corse dell’ultimo bimestre 2006, per un fabbisogno finanziario pari a circa 34 milioni. A cui aggiungerne altri 15, conseguenti a contributi del Mipaf messi a bilancio dal segretario generale, ma che non risultano supportati da nessun impegno ministeriale (Bravo Panzironi! Ricordando una citazione - capolavoro del principe degli ex, Tino Cazzaniga).
Deficit sanato con uno stanziamento straordinario del Mipaf di circa 20 milioni e anticipando al 2006 un aiuto (legge n. 71 del 29 aprile 2005) di 22 milioni assegnato per il 2007. Operazioni che hanno lasciato il segno.
Infatti, nonostante economie e tagli per 56 milioni, il bilancio preventivo 2007 rischia ancora di chiudere con un disavanzo, se non sarà confermato nel 2007 lo stesso prelievo del 2006, circa 420 milioni di euro. Destinato a scendere, se il prossimo anno diminuiranno i convegni di corse ordinarie e lo stanziamento a premi loro riservato.
E la nuova rete non sarà a regime prima del 2008 (i tempi per chiudere le convenzioni, come cita anche Totoguida Scommesse di oggi, sembrano destinati ad allungarsi e con essi anche l’apertura dei nuovi punti vendita) e l’esistente, basata più sul numero delle corse che sulla qualità, sarà la nostra unica risorsa anche per il 2007.
Prima di tagliare corse e cavalli Melzi dovrà preparare la svolta. Parlare chiaro, mettere fine agli sprechi, predisporre gli operatori alla programmazione di un minor numero di corse (ma con una maggior dotazione), regolarizzare i rapporti di lavoro, promuovere professionalità.
Veri allevatori, veri proprietari, veri allenatori, veri guidatori, veri artieri, veri ippodromi.
L’opposto di quanto avviene oggi, dove la sovrapposizione dei ruoli è una consuetudine.Solo dopo aver promosso questo cammino, si potrà restituire credibilità all’ippica, iniziare un reale rilancio e applicare una programmazione tecnica che permetta al prodotto ippico di riaffermare la sua specificità di gioco competente.
I nostri anni bui dovranno essere dimenticati con un percorso ragionato.
Altrimenti continueremo a vivere su Marte e saranno tutte belle parole, come sempre.
G.R.