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Unagt : Tg Comitato 23.11.06: Stipendi d’oro. All’Unire non c’è solo Panzironi
Inviato da unagt il 23/11/2006 22:45:54 (949 letture)

Pittaluga 160 mila euro, Acciai 175 e così via. A Treviso i guidatori accettano di correre al tris senza luci.




Franco Panzironi è primo in classifica con 300 mila euro all’anno, ma nel gruppo dei suoi fedelissimi gli stipendi d’oro non si contano e rappresentano un costo non indifferente per un ente che riesce a malapena a pagare il gasolio per il riscaldamento.
Due esempi freschi freschi? Marco Pittaluga, direttore tecnico Unire, classe ‘52 si accontenta di 160 mila euro, che sarebbero 310 milioni delle vecchie lire. E Riccardo Acciai, direttore amministrativo Unire, classe 1963 (un emergente), è già arrivato a 175 mila euro.
Entrambi hanno il contratto in scadenza nel 2008.
Pensare che per altri due anni dovremo pagarli ancora noi non è proprio una bella cosa. E abbiamo ancora tra i piedi anche il responsabile di tutto ciò, proprio nella stanza dei bottoni.
Quel signore da 300.000 euro all’anno, naturalmente.  

Ma se siamo arrivati a questo punto di non ritorno lo dobbiamo anche a responsabilità precise delle categorie, fra le quali oggi i driver si sono distinti purtroppo in senso negativo.
Hanno infatti accettato di disputare la tris-quarté di Treviso senza luci, senza  fotofinish, senza televisione e quindi senza riprese per la giuria, a causa di un guasto elettrico.
I guidatori avrebbero dovuto rifiutarsi di correre per mancanza delle più elementari condizioni di sicurezza e purtroppo non lo hanno fatto. Un domani scenderanno in pista bendati anche per vincere un prosciutto?
La Giuria, da parte sua, non avrebbe dovuto far disputare la corsa per gli stessi motivi, ma che all’Unire ormai non esista più alcun senso di trasparenza  è cosa nota.
La tris poteva e doveva essere disputata domani mattina (venerdì), invece si è andati contro ogni regola pur di finire tutto e andare a casa a mangiare.  

Forse il lavoro per risanare il settore è molto più duro di quanto ci aspettavamo.


G.R.

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