Dall’insediamento del commissario non è successo praticamente nulla di concreto. E Panzironi è ancora al suo posto. Il comitato di redazione de Lo Sportsman sfiducia Luigi Colombo.

Manca un mese e mezzo alla fine dell’anno, ormai da quasi un mese Guido Melzi è commissario dell’Unire, ma di concreto non si è ancora visto praticamente nulla. A parole la partenza era stata promettente.
Il ministro De Castro aveva consegnato verbalmente tutte le garanzie e il commissario aveva ringraziato promettendo fuoco e fiamme, a cominciare dalla cacciata di Franco Panzironi, il segretario responsabile dello sfascio. Invece Terminator è al suo posto, Melzi è isolato e non si hanno ancora notizie di azioni che mettano in pratica i buoni propositi di ministro e commissario, che fra non molto saranno chiamati a comunicare l’ammontare del montepremi 2007.
E' ora che il commissario metta una pezza almeno alla sfrenata politica degli sprechi, senza contare (si fa per dire) i gravissimi problemi finanziari (quote di prelievo e minimi garantiti non pagati, pericolo di transazione retroattiva di 89 milioni per l’utilizzo della tv dell’ippica da parte delle agenzie) e i contratti collettivi di lavoro scaduti da anni.
Temi dei quali Melzi non ha parlato al talk show di Bruno Vespa di fronte a tutti i colpevoli. Avremmo compreso la sua presenza (positivo comunque l’intervento) a Verona solo con quelle dichiarazioni.
Mettere mano agli sprechi significa ridurre le spese per funzionari, veterinari, ispettori antidoping, personale nei laboratori doping, componenti gli organi di giustizia sportiva, consulenze. Significa trasparenza nei bilanci, ripristino della funzionalità dell’Ente, lavorare per un antidoping attendibile e senza prezzi gonfiati, regolarizzare i rapporti di lavoro, accrescere il sistema pensionistico di allenatori, guidatori e fantini.
E infine, Panzironi, che dovrebbe essere al bar dello sport da tempo e che invece imperversa, evidentemente perché a qualcuno molto in alto va bene così.
L’articolo apparso ieri su Lo Sportsman, firmato dal direttore Luigi Colombo, è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ormai esausti da una lunga gestione prona agli interessi dei potenti (Panzironi, Snai e Sisal) i ragazzi della redazione (ai quali va la nostra solidarietà perché i danni sono stati fatti dal corpo di direzione) hanno deciso di presentare una mozione di sfiducia al direttore.
Noi siamo dalla loro parte e li sosterremo per quanto possibile.
Ma solo la redazione, perché chi ha comandato in questi anni (chi ha diretto il giornale prima di Colombo) non è esente da colpe ed è ancora più colpevole ora che vuole saltare sul carro dei nuovi vincitori, che poi potrebbero non essere molto diversi da quelli vecchi.
G.R.