Fa il direttore dello Sportsman e non sa perché l’ippica va male.

In prima pagina sullo Sportsman di oggi (lunedì) Luigi Colombo era quasi riuscito a scrivere un articolo minimamente accettabile anche se criticabile dal punto di vista filosofico (si fa per dire).
Ma il giornalista che viene da Marte ha voluto strafare con una chiusura ad effetto ed ha rovinato tutto tornando ai livelli precedenti.
Lo spunto dell’articolo erano le parole di Guido Melzi al pessimo talk show di Bruno Vespa, al quale ha preso parte il suo azionista di riferimento Giorgio Sandi (Sisal).
Colombo non ha esitato un solo istante a salire sul carro del nuovo commissario, usando alcune sue affermazioni per perorare la causa delle ricevitorie.
Criticabile, ma comprensibile, appunto.
Quindi il colpo di scena finale, la provocazione che avrebbe dovuto lanciare questo articolo nella storia del giornalismo moderno. “Vedo sul taccuino di Sandi (lui non lo sapeva) che il fatturato dell’ippica ammonta a 3 miliardi, che l’Unire lo scorso anno ha incassato 430 milioni. Come è possibile con queste cifre mandare in crisi un settore come l’ippica?”.
Se Colombo fosse il direttore di Caccia e Pesca la domanda sarebbe comprensibile.
E se conoscesse la risposta non avrebbe mai posto la domanda visto che tutto riguarda da vicino i suoi illuminati editori di riferimento. E comunque anche Tino Cazzaniga avrebbe saputo rispondere.
Noi ci proviamo l’ultima volta a spiegargli perché l’ippica è in crisi, ma a questo punto temiamo che non ci sia più niente da fare.
Allora, caro direttore: l’Unire negli ultimi tre anni ha speso sempre più di quello che ha incassato, conseguendo risultati passivi per ogni esercizio (clicca qui) e le entrate provenienti dalle scommesse sono state notevolmente inferiori rispetto alla previsioni. Nel 2006 si registrano minori proventi dalle scommesse per circa 30 milioni di euro.
Ma siamo in crisi soprattutto perché le agenzie ippiche, sia quelle riconducibili al circuito Snai sia al circuito Macth Point (collegato a Sisal), hanno goduto con la legge 200/03 di uno sconto di 129 milioni di minimi garantiti relativi agli anni 2000-01-02. E anche perché poi hanno continuato a non pagare quote di prelievo e minimi garantiti, accumulando debiti nei confronti dell’Unire, dal 1 gennaio 2003 al 31 dicembre 2005, per ulteriori 78 milioni (clicca qui).
A tutto questo, caro direttore, potrebbero aggiungersi altri 89 milioni, effetto della transazione (firmata da Panzironi, Passamonti, Temperelli, Ughi e Ginestra) del costo per l’utilizzo della tv dell’ippica che ridurrebbe da 100,5 a 11 (ovviamente milioni, caro direttore) l’importo dovuto dalle agenzie ippiche all’Unire (clicca qui).
Può bastare?G.R.