Scendono ancora gli utili sulle scommesse.

Passato ottobre, ritorna il tempo dei bilanci e dei numeri che testimoniano il fallimento della politica degli “ spot” con cui Franco Panzironi ha gestito l’Unire durante questi quattro anni. Panzironi dovrebbe prendere (come Cazzaniga) ripetizioni sulla lettura dei bilanci che anche per lui sembrano essere leggibili come l’arabo. Ci risulta che vicino a Vergiano stia iniziando un corso serale di aggiornamento in materia di contabilità pubblica, a cui possono accedere anche persone alle prime armi. Gli consigliamo di frequentarlo.
Al 31 ottobre 2006 i prelievi dalle scommesse risultano scostarsi notevolmente dalle previsioni, peggiorando rispetto a quanto rilevato dalla commissione ministeriale voluta da De Castro sull’operato dell’Unire. La nota consegnata dal dottor Acciai (direttore generale amministrativo Unire) in data 31 agosto alla commissione indicava previsioni complessive definitive per il 2006 pari ad euro 450,070 milioni contro 213 milioni di accertato al 30 giugno 2006 (clicca qui).
Con un scostamento quindi, se confermato il dato del primo semestre, inferiore di 24 milioni rispetto al preventivato. Il dato in settembre e ottobre è ulteriormente diminuito, come purtroppo spesso succede nelle previsioni di bilancio predisposte da Terminator. Infatti il prelievo sulle scommesse al 30 ottobre corrisponde a euro 339, 946 milioni pari, su base mensile, a 33,994 milioni.
Se si aggiungono i civanzi dovuti all’Ente dalle agenzie, i prelievi su scommesse a quota fissa e multipla, la media mensile si assesta a 35,178 milioni contro i 35,500 milioni del primo semestre. Per un prelievo complessivo annuo di euro 422,140 milioni, per minori entrate dalle scommesse, rispetto alle previsioni, di 27,292 milioni di euro.
Ci piacerebbe con quale coraggio il signor Panzironi - responsabile della predisposizione dei bilanci preventivi e consuntivi e inspiegabilmente ancora al suo posto (clicca qui)- ha continuato sino a ieri a ribadire che le scommesse andavano benissimo e che il settore era sulla via del rilancio.
Forse è arrivato il momento di tutelarci nelle competenti sedi.
G.R.