Accettare o meno l’incarico di commissario? Solo a condizione che il segretario vada via, altrimenti siamo finiti. Intanto Panzironi assume altre 24 persone.

Guido Melzi D'Eril
Giornata fondamentale domani (martedì) a Roma. Potrebbe decidersi il nostro futuro, in un modo o nell’altro.
Guido Melzi, commissario Unire designato, si incontra con il ministro De Castro e al termine del colloquio dovrà accettare o rifiutare l’incarico di sei mesi. Purtroppo la situazione è complicata, dopo le parole molto chiare del Ministro (alle quali non sono seguiti ancora i fatti) che aveva dichiarato di volere gente nuova, in sintonia con Melzi che, a sua volta, aveva subordinato il suo mandato alla sostituzione di Panzironi, principale artefice del disastro di questi ultimi anni. Col passare dei giorni i contorni sono diventati sempre meno nitidi e al momento non si capisce bene chi vuole veramente mandare a casa Panzironi.
Se lo vuole il Ministro deve ribadirlo a Melzi e garantirgli tutta la protezione necessaria per un passo così importante.
Se lo vuole veramente Melzi deve essere disposto anche a rinunciare all’incarico nel caso in cui non ricevesse le opportune assicurazioni sul suo ruolo e sul suo lavoro. La cosa peggiore che potrebbe fare Melzi ? Accettare il ruolo di commissario con Panzironi in carica.
Diventerebbe nello stesso tempo corresponsabile e ostaggio, assieme ad un ministro privo del potere per garantire quello che sembra un atto dovuto. Ma a quest’ultima ipotesi non vogliamo neanche pensare.
Dovesse diventare realtà, significherebbe la morte sicura dell’ippica e ci costringerebbe a scendere ancora in piazza.
Un esempio di cosa dovrebbe fronteggiare il Melzi commissario assieme a Panzironi come segretario è rappresentato anche dall’ultima novità in fatto di sprechi. Con un disavanzo patrimoniale di centinaia di milioni e con il montepremi già ridotto all’osso, Terminator ha pensato bene di assumere altre 24 persone (4 dirigenti, 10 C3, 10 C1).
Con regolare concorso intendiamoci.
Con quale coraggio abbia fatto anche questo non lo sappiamo. Sappiamo invece di non voler più vedere queste cose, l’ippica del futuro può sopravvivere solo con trasparenza, onestà intellettuale e unità.
Difficile pensare che possa garantirle il signor Panzironi.
G.R.