L’ultima disperata autolegittimazione del segretario in due interviste rilasciate a Lo Sportsman e a Il Giornale. Un buco profondo 300 milioni di euro.

Franco Panzironi spara le ultime cartucce per restare disperatamente aggrappato alla poltrona che invece (speriamo) molto presto non avrà più. Stamattina, Il Giornale (clicca qui) e Lo Sportsman (clicca qui) pubblicano due patetiche interviste al ragioniere, che viene dipinto (o si autodipinge) come il salvatore dell’ippica. Se Panzironi avesse veramente fatto soltanto un quarto di ciò che dice di aver fatto forse l’ippica sarebbe ancora salva. Ma la sua colpa maggiore, che lo stesso Panzironi liquida con una assurda affermazione di semi impotenza, riguarda il mancato incasso dei minimi garantiti dovuti dalle agenzie ippiche. Panzironi non ci ha neanche provato.
I minimi garantiti non sono, come Panzironi ci vuol far credere, un aspetto secondario della grave crisi del nostro sport. Panzironi sembra dimenticare che questo affanno nei bilanci è dovuto a crediti non esigibili, proprio quei maledetti “minimi garantiti” che la legge 200 (fortemente caldeggiata da Alemanno e Panzironi) ha spalmato, o quasi condonato, ai concessionari alla raccolta alle scommesse. Il taglio sulla nostra pelle di € 129.657.939, effettuato, in base al disposto della legge 200/03, ratificato dal bilancio consuntivo 2003 (clicca qui), è stato accettato a malincuore dagli operatori solo perché, secondo il Ministro Alemanno, avrebbe dovuto garantire il montepremi. Quei soldi erano destinati all’Unire per legge – D. Lvo 20.04.1999 e Dpr 169/98 art. 12 (clicca qui) -, al fine di garantire i suoi compiti istituzionali, montepremi in testa. E qualcuno ci dimostri il come e il perché fideiussioni dei minimi garantiti prese per buone al momento del rilascio delle concessioni nel 1999, non sarebbero risultate più valide al momento di pagare. Le stesse fideiussioni che, poi, per quella legge 200 tanto difesa dal segretario generale, "hanno costituito garanzia" anche per l’esatto adempimento di tutti gli obblighi di pagamento derivanti dalle rateizzazioni dei minimi e delle quote di prelievo non pagati dalle agenzie ippiche. Circostanza che fa sorgere più di una perplessità circa la successiva esposizione creditizia vantata dall’Ente nei confronti delle agenzie ippiche, come sottolinea anche il Mipaf, con lettera inviata lo scorso aprile ad Antonio Matarrese (clicca qui).
E lotta al doping e sicurezza negli ippodromi non sono migliorati. Dal 2003 ad oggi i casi di positività - domani verranno pubblicati su questo sito- sono stati 645 (239 di TCO2 e 406 dovuti a sostanze proibite), mentre è di qualche settimana fa il comunicato delle associazioni dei fantini che denunciava il clima di insicurezza nei cosiddetti recinti riservati che ha portato all’aggressione di Mirco Demuro e a un episodio simile ai danni di un operatore a San Siro.
Il ragioniere è colpevole per questo e per tutto ciò che dice di aver fatto, che non ha fatto o fatto malissimo, come la concertazione con le categorie e i lavoratori, che in effetti non è mai esistita, tanto da costringerli a manifestare il proprio disagio al ministro, o come la gestione di tutto il resto, quasi sempre approssimativa, deficitaria e controproducente, come il lancio delle nuove scommesse molto meno positivo di quanto sostiene. Il movimento globale (questo è il dato di cui tenere conto) è fermo a un + 6,73 (clicca qui), lontano anni luce da quel + 14% necessario per mantenere il montepremi 2006 (ancora non ufficializzato) ai livelli del 2005 (-16,81 rispetto al 2004).Questo è il vero Panzironi, segretario dell’Unire, e non quello dipinto dalle interviste pubblicate oggi da due tradizionali veline di palazzo.
Un uomo - come sottolineato dall’Intercategoriale con un comunicato (clicca qui) trasmesso al Ministro, On. Paolo De Castro - che ha contribuito a far mettere da parte il senso di giustizia e trasparenza dell’Unire. Un’Unire, quella di Panzironi, che ha condotto l’ippica sull’orlo di un baratro profondo quasi 300 milioni di euro, espresso dal bilancio di previsione 2006, controfirmato dallo stesso Franco Panzironi.
G.R.