Anche Lo Sportsman stigmatizza l’esci ed entra dei castroni. Aggressioni a San Siro, Ruffo uomo di una sola parola.

Se si è mosso anche lo Sportsman, che fino a questo momento non aveva brillato di tempestività sul fronte di tecnica e giustizia sportiva, vuole dire che ormai è troppo. Con l’articolo di ieri (giovedì 8 giugno) sul caso dei castroni riammessi a partecipare al G.P. città di Napoli (gruppo 1) perché non erano stati ufficialmente estromessi da regolamento di quando era gruppo 2, il giornale tecnico mette finalmente in evidenza il totale sfascio tecnico dell’Ente, costretto a regolamenti improvvisati per porre rimedio ad un ricorso, del tutto giustificato.
Oggi invece leggiamo con piacere la lettera di Giammaria Pizzaballa (presidente Ptl) che pone l’accento sul degrado in cui versa l’ippodromo di San Siro trotto e soprattutto sul rischio, come è successo, di episodi incresciosi e inammissibili come l’aggressione avvenuta tempo fa nel comprensorio delle scuderie durante una giornata di corse. Il colpevole è un personaggio non in possesso di tessera per l’ingresso nei recinti e stupisce la risposta della Trenno, attraverso l'amministratore delegato Francesco Ruffo Della Scaletta, che sostiene che la denuncia di quell’episodio è un pretesto della Ptl per esprimere il proprio malcontento. La colluttazione avvenne tra un “trasportatore” autorizzato ed un “ospite” di un guidatore-allenatore, la cui presenza viene sostanzialmente giustificata, asserendo che di “norma” nelle scuderie sono presenti operatori ippici, collaboratori e fornitori degli stessi, oltre “naturalmente” gli ospiti degli assegnatari dei boxes. Risposta che potremmo accettare da un operatore balneare che non ha mai visto un cavallo in vita sua. Ma non da un ex dirigente dell’Encat. Infatti le ultime circolari, emesse dall’Unire, riguardanti l’accesso e controllo scuderie, molte delle quali a firma del dott. Ruffo, affermano che nel comprensorio delle scuderie, durante una giornata di corse, non è consentito l'accesso a personaggi non muniti di lasciapassare facilmente identificabile. Diversi anni al servizio della Trenno gli hanno fatto perdere la memoria e sarebbe meglio che fosse così. Invece questo è uno sterile tentativo per coprire le macerie morali dell’ippica milanese. E pensare che il sig. Ruffo aspira ad una carica all'Unire .......
G.R.