In un’ippica in cui aumentano le spese di tutte le voci di bilancio, l’esposizione creditizia dell’Unire nei confronti delle agenzie e diminuiscono solo montepremi e qualità delle corse, il Lotteria è ancora una delle poche occasioni per riunire calore e passione intorno ai cavalli. Talk Show , non ne possiamo proprio più.

Malabar Circle As
Dopo le clamorose dichiarazioni (clicca qui) di Franco Panzironi: “per far fronte all’emergenza criminalità sarebbe indispensabile garantire maggiori controlli all’interno degli ippodromi, ma … … ci mancano le risorse economiche per attivare i controlli” , le incredibili sviste dei funzionari - vedi, ad esempio, i casi di Faminia Mn, entrata in pista il 31 marzo us alla quarta di S. Giovanni Teatino al posto di Galà di Sala (partente invece alla sesta), e del cavallo fantasma Cotillon Cof, che non ha mai fatto ingresso in pista alla quarta di Tor Di valle del 27 aprile us, ma allo stesso tempo regolarmente partito per il totalizzatore nazionale -, cogliamo una delle poche occasioni a disposizione per parlare di belle corse.
Oggi a Napoli, nella conca di Agnano, di scena la 57esima edizione del Gran Premio Lotteria. Una delle poche, tra le grandi corse, capace di regalare grosse emozioni, anche senza grandi cavalli. Prima batteria vinta da Digger Crown ( E. Adielsson in sulky, 1.12.7 la media al Km), davanti a Lodo De Castelle e Straightup. Nella seconda risalto di Hovdilg Lavec (L. Kolgjini, 1.12.9). Dietro, in ordine, Froeiher As e Derrick di Jesolo. La terza e ultima batteria è stata vinta in scioltezza da Let's go (1.12) guidato da Enrico Bellei, che ha preceduto Malabar Circle As (Andrea Guzzinati) e Pegasus Boko ( Roberto Andreghetti). Nella finale allo stacco ha sbagliato Digger Crown, rimasto fuori corsa. In testa, dall’otto, è sfrecciato davanti Straightup, seguito da Let’s Go. Ai trecento conclusivi si è liberato Let’s go e si è portato sul duo di testa Straightup (J. Kontio) – Lodo De Castelle (J. Verbeeck). A metà retta è sembrato prevalere, ma Malabar Circle As (Andrea Guzzinati), proiettato al largo di tutti, lo ha castigato di precisione sul palo. 8.90 la quota e 1.12.1 la media chilometrica del vincitore.
Nel contorno, tra note più o meno positive, una decisamente stonata. L’ennesimo, inutile, talk show di Bruno Vespa (qualcosa come 100.000 euro di costo a botta). Programmi che nelle intenzioni avrebbero dovuto essere divulgativi, ma che su un canale tematico come quello di Snai (come da copione scontato, poi, non poteva mancare l’intervista di rito a uno dei principali responsabili della crisi del settore, Maurizietto Ughi, in onda anche su Rai due) non hanno utilità e significato. Soltanto un pretesto per buttare via altri soldi, utilizzati come serbatoio elettorale e non per imboccare un percorso di risanamento e di mutamento rispetto al passato.
G.R.