L’Unire aveva promesso che il montepremi sarebbe ritornato ai livelli del 2004 entro il 2007. Invece, se ci andrà bene, rimarrà a meno 16% anche per i prossimi tre anni. I 35 milioni di Alemanno ancora in alto mare. Tino Cazzaniga presidente Upt per volere di Panzironi. Rifacciamoci con Electrocutionist.

Terminator Panzironi e Silvan Masini avevano promesso, nel dicembre 2004, che il montepremi 2005 sarebbe diminuito del 9% ed entro il 2007 ritornato ai livelli del 2004. Tanto che il segretario lo aveva sottoscritto anche nel bilancio di previsione 2005. Sempre, però, senza fornire cifre. Il contrario dell’Intercategoriale che ha sempre motivato con i numeri le sue affermazioni, che stimavano il gettito delle nuove scommesse appena sufficiente a mantenere il montepremi 2006 sui livelli del 2005 (- 16,81%), che ci hanno condotto alla fame. E oggi, dati alla mano, i fatti (purtroppo) ci danno ragione. Nella bilancio di previsione Unire 2006 (delibera n. 50 del 28.12.06), relazione programmatica all’esercizio finanziario, Panzironi si rimangia tutto e afferma (clicca qui) che “ il montepremi 2006 risulta pressochè invariato rispetto all’importo 2005 e che non si prevedono significativi aumenti nei due anni successivi”. In altre parole, fino al 2008 il montepremi rimarrà a – 16, 81%. E ribadisce che l’importo della voce di bilancio Premi, “ferma restando l’invarianza del montepremi ordinario rispetto all’esercizio 2005, si decrementa per effetto delle economie stimabili derivanti dall’applicazione del nuovo regolamento tris, presto in vigore”. Difatti la voce premi è comprensiva anche degli incentivi tris e diminuirli, senza ridestinarli come premi al traguardo, significa ridurre il montepremi, che non è stato ancora comunicato alle società di corse per l’anno in corso. La verità è che i soldi non ci sono (gli importi di un bilancio di previsione possono essere adeguati) e all’Unire non sanno come mantenere invariato il montepremi. E ormai arrivato il momento, dopo più di tre anni di mandato, che il segretario generale risponda del suo operato e delle sue responsabilità, senza attribuire colpe o deficienze alle precedenti gestioni.
Ricordate i 35 milioni di euro promessi da Alemanno e mai arrivati? Panzironi aveva assicurato ad inizio 2006 che erano stati versati. Il segretario predica bene, ma, come al solito, razzola malissimo. Dal bilancio di previsione 2006, voce “ Trasferimenti di stato”, si evince invece che non sono stati ancora riscossi. Risultano in alto mare non solo i soldi promessi da Alemanno, ma anche l’ulteriore contributo ministeriale di euro 18 milioni, previsto dal bilancio 2005, e i 22 milioni delle legge Masini. L’Unire, al 31 dicembre 2005, ha residui attivi (crediti da riscuotere) nei confronti dello Stato per 93 milioni di euro (clicca qui). Una spiegazione sarebbe gradita. Sollecitiamo Panzironi ad una conferenza stampa. Anche per raccontarci cosa gli ha detto Maurizietto Ughi sabato, a Pisa. Noi lo abbiamo sempre detto: il giorno in cui questi signori toglieranno il disturbo sarà sempre troppo tardi. Anche perché, se andiamo avanti così, resteranno solo loro, senza i cavalli e senza le corse.
E ricordate Tino Gianfranco Cazzaniga? Prima di perdere la sua amata poltrona di presidente Anact, giurava di aver un accordo con Baldarelli per la presidenza dell’Unire. Ore ha cambiato tiro, sarebbe disposto a concorrere per la carica di presidente Upt per soddisfare una richiesta di Panzironi. Di una parte di quei proprietari che ha contribuito ad affamare, sostenendo la politica dell’Unire verso il traguardo finale, in cui cesseranno di esistere pubblico, scommettitori, allevatori, proprietari, allenatori, guidatori e posti di lavoro. Un piano di smantellamento in cui prevalgono clientelismo, assistenzialismo e dilettantismo e che ridurrebbe l’Unire al ruolo di collettore delle agenzie ippiche. Progetto che il povero Tino, insieme a un gruppo di generali senza esercito, ha sempre appoggiato, riducendo alla fame 65 mila operatori che vogliono solo avere la possibilità di vivere del loro lavoro. Finiamola con questi piazzisti di second'ordine, senza un minimo di ritegno.
Per fortuna un po’ d’aria fresca riusciamo a respirarla, grazie alle sensazioni che solo i grandi campioni riescono a dare. Grazie ad Electrocutionist, il primo cavallo italiano a vincere la Dubai World Cup, la corsa più ricca del mondo ( 6 milioni di dollari). Eclectro e Lanfranco Dettori a cento metri dal palo si sono involati e passati su Brass Hat. Il trionfo per l’italiano, per Frankie Dettori, per Sheikh Mohammed. Gli applausi dei 50 mila di Nad al Sheba sono stati tutti per loro.
G.R.