Peccato che il Presidente dell’Anagt lo faccia sulla pelle dei lavoratori. Forse è bene che vada a tenere compagnia all’amico Cazzaniga.

Il Presidente dell’Anagt continua nelle sue insensate esternazioni.
In una missiva datata 13.3.2006, cerca di dare a bere ai suoi pochi intimi rimasti, che il nuovo contratto collettivo artieri non viene sottoscritto per le intemperanze del Presidente esecutivo dell’Unagt, che, appoggiato dalla Cgil, pretenderebbe di condizionare il contratto alla concessione della sua presenza in seno al Fondo artieri, ovvero all’Ebt (Ente Bilaterale Trotto). Affermazioni non vere e assolutamente gratuite. Il presidente esecutivo Unagt ha solo chiesto (come più volte ribadito anche alla presenza delle altre persone presenti) che la propria associazione facesse parte delle strutture che sono diretta emanazione contrattuale (Fondo artieri e Ebt), come confermato anche dalle OO.SS (clicca qui) .
E’ indispensabile, oltrechè legittimo, che l’Unagt, dovendo sottoscrivere un contratto collettivo, nel quale recitano un ruolo determinante Fondo artieri e Ebt, pretenda di far parte di queste organizzazioni. Non solo perché girano quattrini e quindi è opportuno e trasparente aprire il controllo dall’interno, ma anche e soprattutto perché trattasi di organismi di emanazione contrattuale, nei quali è basilare la presenza di una associazione che rappresenta il 70% degli allenatori-guidatori. E’ insomma giusto ed opportuno che agli enti in questione partecipino tutte le associazioni rappresentative della categoria, ma è fondamentale che vi partecipi quella assolutamente maggioritaria. Inoltre, nessuno tocca la poltrona di presidenza del Fondo, tanto gelosamente custodita dal Baldi. Ancora una volta, l’Anagt e il suo presidente hanno perso un’occasione per stare zitti. In sostanza, l’Unagt si dirige, senza tentennamenti, verso il necessario rinnovo del contratto collettivo, che deve avvenire al più presto, naturalmente recitando il ruolo che le compete anche nelle strutture citate, l’Anagt invece sembra voler cogliere il pretesto per perpetuare all’infinito la vacanza contrattuale. Con buona pace per la convenienza degli associati, per la trasparenza, per la lotta al lavoro irregolare. Ma chissà a chi potrebbe fare comodo simile condotta? Evidentemente ci sono degli altri interessi in ballo, magari il tentativo di sostituire il contratto di lavoro con l’uso di lavoro interinale, tanto caro al segretario dell’Unire, Franco Panzironi.
G.R.