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Unagt : Tg Comitato 30.1.06: Cazzaniga, che campagna elettorale
Inviato da unagt il 30/1/2006 22:47:47 (791 letture)

Montepremi e rapporto con l’Unire, il solito mucchio di inutili parole per salvare la poltrona di presidente Anact.



Su un altro sito che si occupa di ippica è stato pubblicato un interessante manifesto elettorale di Tino Cazzaniga e Roberto Brischetto i due candidati alla presidenza dell’Anact (Cazzaniga è il presidente in carica) alle prossime elezioni. I due hanno risposto ad una serie di quesiti. Molto interessanti le risposte di Tino, mentre quelle di Brischetto, che ha usato toni piuttosto vicini a quelli dell’Intercategoriale, sono apprezzabili, ma tutti da verificare nel caso in cui venisse eletto. Tino ci dice, per esempio, che la salvaguardia del montepremi è il suo obiettivo primario e ci spiazza completamente perché in questi ultimi anni ha razzolato malissimo, accettando supinamente i continui tagli di Panzironi (-16,81% nel 2005, per il 2006 l’invarianza è garantita solo a parole, ancora nessuna comunicazione ufficiale). Ma si sa, di questi tempi le parole non contano, ciascuno può dire tutto e il contrario di tutto.
Per qualificare lo spettacolo ippico occorre un
montepremi stabile. E la pregiudiziale dell’invarianza del montepremi, al fine di una programmazione imprenditoriale del rilancio ippico, si basa non su una mera richiesta di elargizione, ma sulla disciplina di legge (art. 12 dpr 169/98  e art. 5 dlgvo 20.4.99), che pone il montepremi quale voce stabile e non residuale del bilancio, sul perseguimento dei fini istituzionali dell’Ente, sulla concreta managerializzazione della gestione ippica, che deve tendere all’esaltazione dello spettacolo, per allargare  la filiera di allevatori, proprietari, allenatori e guidatori e di conseguenza aumentare pubblico, scommesse e posti di lavoro. Cazzaniga si dimentica che la crisi economica e  tecnica non è certo imputabile a colpe degli operatori ippici, ma ad oltre 150 milioni di euro condonati alle agenzie ippiche per minimi garantiti, quote di prelievo, diritti tv non pagati. Questa Unire sta operando nel modo peggiore. Con improvvisazione, approssimazione, incompetenza tecnica, previsioni di bilancio clamorosamente sbagliate è impossibile confezionare un prodotto appetibile al pubblico degli scommettitori e quindi in grado di far decollare le nuove scommesse, sinora al di sotto delle attese e lontane da quella ipotesi di bilancio pari a un +14% (rispetto al 2005) del movimento scommesse, necessaria per riassestare le casse dell’Ente. E’ anche grazie all’incapacità dell’Anact di pianificare una vera strategia (solo e sempre parole) che l’Unire non è riuscita ad esercitare il  ruolo tecnico impostogli dalla legge  e  restituire trasparenza al settore. La medesima mancanza di trasparenza dell’Anact, non all’altezza (come l’Unire) di sostenere un confronto, capace solo di clientelismi e di scegliere di volta in volta interlocutori funzionali per perseguire fini  antitetici al rilancio culturale, tecnico ed economico del mondo del cavallo, vantaggiosi per pochi e lontani dalla base dell’associazione. Il fallimento della politica dell’Unire è anche il fallimento della politica dell’Anact. Per dare impulso all’allevamento non basta l’invarianza delle sole  provvidenze, bisogna proporre un’immagine globale del settore e non un elementare rapporto introito–spesa, che forse inizialmente darebbe un miglior risultato in termini finanziari, ma che poi condurrebbe fatalmente a ridurre, penalizzare e squalificare  i cavalli da corsa e da competizioni italiani. Le  affermazioni di Cazzaniga sono gravi e favoriscono corse virtuali o telematiche. E un sostenitore dell’ippica virtuale non può aspirare alla riconferma della carica di presidente degli allevatori italiani.
Gli
allevatori necessitano di un segnale di discontinuità con il passato. Il contrario di come operano gli attuali vertici Anact.
Cazzaniga sostiene addirittura di
non essere stato d’accordo con alcune scelte di Panzironi, peccato che fino a oggi si sia tenuta questa opinione strettamente segreta, continuando a parlare in toni trionfalistici della preziosa collaborazione con l’Unire. Ci sarebbe quasi da sperare che Tino venga rieletto, il divertimento sarebbe assicurato. Invece quest’ippica, ormai a pezzi, non se lo può proprio permettere.

G.R.

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