Il Consiglio di Stato “punisce” l'Unire che deve restituire a Ravenna i convegni cancellati. Montepremi 2006, le solite parole.

L'Unire di Franco Panzironi ne ha fatte di tutti i colori su tutti i fronti (montepremi, calendario, giustizia sportiva) nella totale impunità, senza che mai nessun controllore si degnasse di controllare un operato discutibile, che ha gettato ombre scurissime sulla trasparenza dell'Ente. Finalmente ora, qualcuno si è mosso ma si è dovuti arrivare al Consiglio di Stato, che ha accettato il ricorso dell'ippodromo di Ravenna, costretto a chiudere dopo la cancellazione di gran parte dell'attività, voluta dal geniale Segretario generale dell'Ente. Speriamo che questa sia solo la prima tappa e che qualcuno si decida a seguire l’esempio di Ravenna e, magari, dia seguito anche alle denunce già presentate su alcuni casi di giustizia sportiva (vedi il caso Grufoso-Rivaldo). Prendendo spunto dall’ordinanza del Consiglio di Stato (clicca qui) pubblicata in data 7 dicembre u.s.:
“L’Intercategoriale ha appreso con soddisfazione che il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso della ASIR (società che gestisce l’ippodromo di Ravenna), e quindi ha ordinato all’UNIRE di riformulare parzialmente il calendario, assegnando un congruo numero di corse a Ravenna, a cui dalla mattina alla sera, senza preavviso, erano state tolte 8 convegni ordinari, che diventano 26 se si sommano ai 6 di Ferrara e ai 10 di Bologna cancellati. Complessivamente sono 156 (129 di trotto e 28 di galoppo) i convegni ordinari diminuiti nel 2005 rispetto al 2004, che saliranno a 214 nel 2006 con ulteriori tagli pari a riunioni 28 di trotto e 30 di galoppo. Il rimedio, sostituirli con matineè. Da mesi l’Intercategoriale si è battuta denunciando pubblicamente il clamoroso atteggiamento dell’UNIRE, che nei fatti ha inteso cancellare illegittimamente – in ossequio all’adozione di un criterio clientelare- realtà ippiche storiche dell’Emilia-Romagna, come Ferrara e Ravenna e altre ancora come Milano, Bologna, Padova, Aversa, Livorno. Finalmente, la Giustizia ha provocato la prima crepa nel mondo a compartimento stagno dell’UNIRE e dell’intero Collegio commissariale, insensibile ai problemi di sopravvivenza degli operatori ippici, nella cieca applicazione di un documento (non elevabile al rango di progetto) Deloitte che completa lo sfascio tecnico già alacremente attuato dall’UNIRE . L’Intercategoriale non può che complimentarsi con l’ASIR, che, anziché cercare la solita mediazione nei corridoi di palazzo, ha avuto il coraggio di affrontare un giudizio. Che sia di monito e di sollecitazione per tutti gli operatori ippici, e non solo per il calendario ed il montepremi, ma anche per il doping, per le iscrizioni a pagamento, per la poca trasparenza del nuovo Regolamento tris, per la mancata applicazione dei Regolamenti delle corse: ora è chiaro che la Giustizia interviene, e chi non ha intenzione di battersi anche sul fronte giudiziario (a partire dalle società di corse), dovrà spiegarne le ragioni.
Gli operatori ippici debbono prendere coscienza che non è più tempo di delegare gli altri a trattare argomenti per la propria sopravvivenza, essendo in gioco interessi sulla propria pelle. Si debbono battere per un’UNIRE trasparente, che coinvolga tutte le componenti del mondo ippico, a partire da chi fisicamente tutti i giorni si trova a lavorare sul campo (categorie e OO.SS. dei lavoratori): in un doveroso ricambio dei vertici delle associazioni di categoria, in segno di una svolta rispetto ai vecchi schemi del passato, improntati al servilismo ed alla passiva accettazione di condotte altrui senza neppure conoscere la disciplina normativa”.
“Il montepremi 2006 sarà uguale a quello del 2005”, hanno sbandierato ai quattro venti in questi mesi i soldati di Panzironi (Cazzaniga in testa) gonfiando il petto per la presunta conferma di un totale che, in questa stagione, è comunque già calato del 16,81%. In questi giorni le società d corse stanno ricevendo dall'Unire la proposta di riconferma del calendario 2005 per il 2006. E il montepremi? Per quello bisognerà attendere il mese di febbraio, siamo certi che ora Franco, Tino e gli altri ragazzi del Palazzo ci diranno che stanno tentando di aumentarlo. Noi invece temiamo che arriverà un'altra bella mazzata, da aggiungere alle iscrizioni a pagamento e al taglio dell'indennità tris (che non faremo fare. La coperta è diventata troppo corta). Le solite parole dei soliti noti, insomma. Il rilancio dell’ippica non passa attraverso queste persone che prima o dopo dovranno rispondere dei disastri che hanno fatto e stanno continuando a fare.
G.R.