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Unagt : Tg Comitato 8.12.05: la nuova tris pensata e realizzata da dilettanti
Inviato da unagt il 8/12/2005 22:31:43 (904 letture)

Tris, un progetto che non sta in piedi. Rinnovo colori all’UPT, il finto regalo di Panzironi.




Il nuovo Regolamento tris si manifesta in tutta la sua insipienza e astrusità tecnica.
In realtà, porre i cavalli nelle file corrispondenti alla categoria di appartenenza è una trovata sprovveduta e infantile per escludere la trasparenza.
L’invito serve, al contrario, proprio per evitare situazioni o potenzialità del genere e creare corse omogenee.  Non  è difficile fare scendere di categoria un buon cavallo, e farlo partecipare ad un tris in prima fila, con le ovvie conseguenze. Certo, l’invito presuppone capacità tecniche, esperienza, conoscenza del settore ed applicazione, monitoraggio costante.  Locuzioni, queste, sconosciute a questa Unire, che è costretta, per la ormai pluri confermata incapacità tecnica, a confessare di non essere in grado, con gli attuali quadri, alla formulazione di corse credibili, trasparenti, e spettacolari.  La responsabilità quindi non può che ricadere sui vertici ippici, e non certo sui guidatori, allenatori, proprietari, che subiscono le conseguenze di scelte scriteriate e personali.

Gli inconvenienti di una tris concepita suddividendo i cavalli per file in base alle categoria sono facilmente individuabili: solo i geni dell’Unire potevano non accorgersene.

-          Un cavallo che corre poco, per problemi fisici o per scelta del proprio allenatore, potrebbe essere collocato in una categoria inferiore rispetto al suo potenziale e, con la nuova impostazione nella confezione della tris, risultare notevolmente avvantaggiato;

-          un cavallo di categorie G che sorteggi i numeri 6 od 8 ( a seconda che la corsa venga programmata in pista da mezzo miglio o da chilometro), risulterebbe penalizzato, rispetto ad un altro concorrente di categoria superiore (F) a cui vengano assegnati i numeri 7 o 9 (pista piccola o grande), corrispondenti al numero alla corda della seconda fila, specialmente se quest’ultimo dovesse trovarsi dietro (in “schiena”) ad un soggetto veloce in partenza;

-          per quanto concerne i cavallisvelti” in partenza (i  partitori”), con il sorteggio, potrebbero risultare ancor più favoriti se abbinati ad uno dei primi numeri;

-          un cavallo che in virtù delle somme vinte sale dalla categoria F alla D (basta vincere una corsa) verrebbe a trovarsi, nella composizione della tris, addirittura in terza fila rispetto ad un cavallo di categoria F, con il quale gareggiava sino alla giornata precedente;

-          di difficile applicazione il parametro delle somme vinte per stabilire una suddivisione delle file nelle condizionate di 3 o 4 anni. Non c’è differenza tra due cavalli che vincono, rispettivamente  20  mila e 19 mila  euro in carriera. Il cavallo che vince meno, potrebbe essere, per prestazioni e tempi ottenuti in corsa superiore all’avversario con maggiori vincite. E per quanto riguarda i tempi in corsa, bisogna considerare anche la maggiore o minore adattabilità alle piste piccole o grandi dei soggetti indicati;


Con questo sistema i “cervelloni” dell’Unire rischiano di predeterminare il risultato (specialmente nelle categorie medio -basse) prima della partenza. L’ippica non è solo automatismo, ma, soprattutto, competenza. Ridurla ad una roulette significa volere un calo verticale di gioco e di pubblico, come testimonia questa prima settimana di dicembre ( - 7,28% le scommesse ordinarie, - 11,91 la tris. Nuove scommesse incluse). La verità è che il reale motivo della formulazione del nuovo regolamento tris è la diminuzione del montepremi attraverso la riduzione delle indennità tris. Dovrebbe essere l’Unire a sapere chi invitare, quando invitare, dove invitare, con criteri massimi di rotazione e intercambiabilità, per dare a tutti le medesime possibilità di partecipare.  E dovrebbe essere l’Unire a controllare l’esatto chilometraggio delle trasferte e dell’entità dei rimborsi e a punire i “furbi”. Troppo comodo scaricare sempre le colpe sugli altri. Fra l’altro, è tutto lasciato all’improvvisazione: anche se l’Ufficio tris fosse in grado di elaborare corse trasparenti e spettacolari, non potrebbe superare l’ostacolo dello sfascio tecnico in altri settori (in particolare il calendario ordinario - continuamente modificato - e la programmazione, che debbono consentire il criterio della intercambiabilità). Per non parlare del rischio ambientale e non di un controllo antidoping inaffidabile e superficiale. Il calendario tris deve ruotare  intorno alla programmazione dei Grandi Premi, dei vari Tornei (Super Frustino, Campionato Nazionale Guidatori, Torneo dell’Avvenire, ecc.) e delle Manifestazioni particolari e privilegiare il collaudato criterio di intercambiabilità indispensabile per la trasparenza e la commercializzazione della corsa. L’opposto di come opera questa Unire di soli slogan, dove i risultati di pubblico, gioco, trasparenza, rispecchiano l’inefficienza delle Aree tecniche, dell’amministrazione, l’incapacità dei suoi vertici e dei suoi dirigenti e uno sbando tecnico – economico senza precedenti.

La missione napoletana di Vincenzo Mauro, presidente dell’Upt, continua ad offrire spunti utili per comprendere con quale tipo di Unire abbiamo a che fare. L’architetto Mauro, fedelissimo del ragioniere, ha infatti comunicato che l’Upt si occuperà delle pratiche di rinnovo dei colori di tutti i proprietari (ma non lo faceva già?) e per questo motivo riceverà il 10% degli importi versati e inoltre dovrà dare un parere in merito alle richieste, anche verso scuderie non associate che ovviamente saranno felicissime di sottoporsi al giudizio di Mauro. C’è inoltre da ricordare che Unagt e Anagt svolgono già questo tipo di pratiche (rinnovo licenze) per i rispettivi associati e lo fanno (ovviamente) gratis. Siamo sicuri che verranno allineate con lo stesso trattamento nel momento in cui la regola venisse formalizzata (da verificare la legittimità) e diventare operativa. Altrimenti Panzironi dovrà trovare il sistema di fare le corse senza guidatori, a meno che non voglia rinnovare gratuitamente le licenze. E comunque, alla fine, caro signor Mauro, sono sempre i soldi dei proprietari che girano, il ragioniere continua a tagliare il montepremi e non ci rimette neanche un euro. C’è poco da gonfiare il petto.

G.R.

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