A Bologna Intercategoriale unita contro gli ennesimi affronti dell'Unire.

L'Intercategoriale riunita oggi a Bologna ha confermato la propria linea politica e strategica che si contrappone a quella dell'Unire che avrebbe confermato l'iscrizioni a pagamento, la formulazione di un nuovo Regolamento Tris e con esso l'abolizione delle indennità. L'Intercategoriale dice no a questo ennesimo affronto e farà di tutto per evitare che queste dannosissime misure vengano varate, pubblicando il seguente comunicato:
"Il nuovo Regolamento tris si manifesta in tutta la sua insipienza e astrusità tecnica. Porre i cavalli nelle file corrispondenti alla categoria di appartenenza può al profano sembrare l’uovo di Colombo per assicurare eguali chances ai partecipanti, ma in realtà si tratta della maniera più sprovveduta e infantile per escludere la trasparenza. Infatti, non è difficile fare scendere di categoria un buon cavallo, e farlo partecipare ad un tris in prima fila, con le ovvie conseguenze. L’invito serve, al contrario, proprio per evitare situazioni o potenzialità del genere e creare corse omogenee. Certo, l’invito presuppone capacità tecniche, esperienza, conoscenza del settore ed applicazione, monitoraggio costante. Locuzioni ed espressioni, queste, sconosciute a questa UNIRE. che è costretta, per la ormai pluri confermata incapacità tecnica, a confessare di non essere in grado, con gli attuali quadri, alla formulazione di corse credibili, trasparenti, e spettacolari. La responsabilità quindi non può che ricadere sui vertici ippici, e non certo sui guidatori, allenatori, proprietari, che subiscono le conseguenze di scelte scriteriate e personali. Dovrebbe essere l’UNIRE a sapere chi invitare, quando invitare, dove invitare, con criteri massimi di rotazione, peraltro con l’applicazione dei criteri della trasparenza ed intercambiabilità. Fra l’altro, è tutto lasciato all’improvvisazione: anche se l’Ufficio Tris fosse in grado di elaborare corse trasparenti e spettacolari, non potrebbe superare l’ostacolo dello sfascio tecnico in altri settori (in particolare il calendario che si sovrappone e la programmazione che debbono permettere il criterio della intercambiabilità), per non parlare del rischio ambientale e non di un controllo antidoping inaffidabile e superficiale. Le tris nell’ottica dell’UNIRE non vanno qualificate, dunque, ma solo aumentate quantitativamente. E’ questo che ha portato al calo delle scommesse ippiche. Ma vi è ancora di più e di peggio. Si vuole eliminare l’indennità tris. In primo luogo togliere le indennità tris significa diminuire il monte premi (in quanto si tratta di una delle voci del montepremi). Ed è già provocatorio assumere una decisione così pesante per gli operatori ippici già penalizzati, senza prima almeno:
a) consultare, o almeno avvisare le categorie ippiche;
b) informare sulla sorte del denaro così distratto.
Eliminare le indennità tris significa, quasi di conseguenza, costringere alla dequalificazione del prodotto. Se l’UNIRE è alla frutta, non può comunque continuare a tassare i più deboli economicamente.
In linea con tali condotte, l’UNIRE ha istituito le iscrizioni a pagamento: oggetto misterioso. Posto che non è scritto, disciplinato e garantito da nessuna parte che gli importi versati a tale titolo vadano restituiti mensilmente insieme al montepremi ordinario, le iscrizioni a pagamento significano la istituzionalizzazione dell’ autofinanziamento di un montepremi (che sta già al -16,81%). Così, tra indennità tris eliminate e iscrizioni a pagamento, si ha una ulteriore diminuzione del montepremi a -25%: il tutto naturalmente senza neppure sentire tutte le categorie, ritenute servitù della gleba. Le iscrizioni a pagamento fatte solo per diminuire il montepremi e non invece per qualificare e razionalizzare lo spettacolo ippico, se le farà l’UNIRE da sola con i suoi cartoni animati. Tutta questa situazione è assolutamente inaccettabile e dimostra che il montepremi (unica risorsa degli operatori ippici, che non possono come i politici cambiare poltrona in caso vacche magre) scende continuamente; che l’Unire non è capace tecnicamente, che viene data poca trasparenza al prodotto con conseguenze immaginabili sulle scommesse della nuova rete. Sembra di assistere ad una sorta di strategia per la soluzione finale dell’ippica, per la eliminazione di cavalli, ippodromi, corse, proprietari, guidatori, allenatori (e, alla fine, anche gli allevatori, che rimarrebbero privi del mercato). Questi obiettivi strategici passano naturalmente per una premeditata pianificazione della riduzione delle scommesse ippiche: ciò, per dare spazio all’indirizzo di ampliare i giochi di fortuna e non quelli di competenza (che invece avevano dimostrato di reggere e reggere bene). In siffatto contesto, anche le nuove scommesse quartè, quintè, costituiscono una finta ancora di salvataggio, non potendo avere nessuna possibilità di successo.La politica è e resta sempre quella della riduzione del montepremi. Ma sarebbe ora che alla mattanza partecipino anche gli allevatori, che hanno invece le provvidenze più alte di Europa.
Crediamo nell’ippica, e vogliamo vivere del nostro lavoro e della passione ippica, senza clientelismi e nepotismi, temi tanto cari a questa UNIRE.
Pertanto, si auspica e si chiede l’immediata convocazione di tutte le componenti ippiche comprese quelle delle organizzazioni sindacali dei lavoratori, in un tavolo di lavoro permanente. Si preannuncia peraltro sin da ora che per combattere l’incapacità tecnica-economica dell’UNIRE e la mancanza, nell’Ente così detto tecnico, del perseguimento dei fini istituzionali dell’Ente, gennaio tornerà ad essere il mese bianco dell’ippica, senza alcun preavviso delle astensioni.
Federtrotto: Il Presidente, Marcello Rinaldi
V.T.A.: Angelo Severin
Urtuma: Il Presidente, Ermanno Mori J.
Ass. proprietari Lombardia: Il Presidente, Giammaria Pizzaballa
Ass. proprietari trotto Alpe Adria: Il Presidente, Dario Edera
Unagt: Il Presidente Esecutivo, Maurizio Mattii
Assogaloppo: Il Presidente Fabio Carnevali