Si rafforzano le file del dissenso.

Tensione tra i proprietrari del trotto e del galoppo. Tra quelli del galoppo hanno rassegnato il proprio mandato di componenti il direttivo Stefano Berardelli e Andrea Scalpellini (Scud. Nuova Sbarra) per protesta contro la linea politica nei confronti dell’Unire, ritenuta troppo morbida. Medesime sono le considerazioni che hanno portato alla dissociazione dall’Upt gran parte dei proprietari della Lombardia, del Veneto e del Friuli, che in una lettera (firmata da Giammaria Pizzaballa, Alfonso Montagna e Dario Edera, ex presidenti Upt Lombardia, Friuli, e Veneto) trasmessa agli organi di stampa evidenziano quanto segue:
A tutti i dissidenti, il Presidente UPT ha inviato un accorato ed affettato appello con invocazione di ripensamento.Ma proprio questo appello contiene in sé gli stessi germi che hanno generato la dissociazione.Il Presidente sostanzialmente rinnega la lotta affrontata insieme al Comitato di crisi, siccome improduttiva, ed esalta la sudditanza all’UNIRE siccome produttiva.
In che consiste questa grande produttività? A parte il rapporto personale di sorriso con il Segretario Generale, dimentica il Presidente UPT che nei fatti:
a) il montepremi 2005, rispetto al 2004, è ulteriormente diminuito, con criteri discrezionali ed immotivati, da - 12,73% bilancio di previsione 2005, (delibera n.7 del 31.01.2005) a -16,81% (come da determinazione del Segretario Generale n. 3289/05), per un totale di – 46 milioni di euro. Addirittura un meno 28,3% i premi al traguardo assegnati a Milano trotto, a cui è stato ridotto anche il numero di convegni ordinari. Dai 145 dell’anno precedente ai 119 del 2005. Ben 19 riunioni in meno. Medesime penalizzazioni sono state inflitte dall’Unire ad altri ippodromi funzionali e con tradizione consolidate quali Padova, Trieste, Bologna; Montegiorgio, Palermo ed altri;
b) il premio aggiunto registra una vertiginosa diminuzione (- 37% circa per i proprietari) a fronte di aumenti di provvidenze per l’allevamento;
c) Nel 2005, rispetto al 2004, sono stati ridotti 137 convegni ordinari senza preavviso e preventiva consultazione dei proprietari. Nonostante le dichiarazioni di Franco Panzironi che a ripetizione, nel settembre 2004, aveva dato assicurazioni circa l’invarianza del montepremi 2005;
d) non è stato pubblicato il calendario 2006;
e) non è stata avanzata nessuna proposta concreta agli organi istituzionali per risolvere l’affannoso problema del doping. Infatti il principio del controllo antidoping è indiscutibile, ma è altrettanto indiscutibile la negatività di una sottoposizione indiscriminata ed assoluta, scevra da criteri e modalità da concordare, onde non provocare effetti peggiori del problema che si affronta;
f) dal 1 gennaio 2006 iniziano le iscrizioni a pagamento, (senza calendario, con una previsione di 300 convegni in meno per il 2006 annunciata dal segretario generale) e quindi di autofinanziamento del montepremi;
g) Cavalli scambiati, difformità di giudizio da parte delle giurie e degli organi disciplinari, mancato rispetto dei regolamenti sono ormai una costante giornaliera;
h) le scommesse denunciano un calo verticale e minori prelievi per euro 30 milioni rispetto alle previsioni di bilancio 2005;
i) l’UNIRE resta immobile di fronte ad un debito delle agenzie ippiche che supera i 70 milioni di euro, escludendo i 129 milioni di euro dei minimi garantiti generosamente “condonati”;
j) sembra segnato il destino dell’ippodromo di S. Siro trotto, destinato a chiudere per soddisfare speculazioni edilizie vicine agli interessi delle agenzie ippiche ed antitetiche alle esengenze dei proprietari lombardi, italiani e dell’ippica. E tutto ciò nella totale indifferenza dell’Unire e della Presidenza UPT;
k) le nuove scommesse non possono essere effettuate negli ippodromi (laddove si formano i proprietari, che non vanno nei bar e nelle agenzie, dovendo comprare cavalli e non sigarette), perché non sono state dall’UNIRE e dall’AAMS messi nelle condizioni di poterle accettare;
l) le nuove scommesse non sono visualizzate negli ippodromi, nelle ricevitorie e neppure nelle agenzie, con forti dubbi sulla trasparenza del gioco e sulla credibilità del prodotto;
m) i proprietari in questo marasma, hanno perduto la loro identità, sono silenti ed immobili e non sono presi in alcuna considerazione dall’UNIRE e dal Ministero.
Questi sono i risultati di cui mena vanto il Presidente UPT.
Al contrario, è solamente con una opposizione organizzata, disponibile al confronto, costruttiva e propositiva, che può giungersi ad una sensibilizzazione ai problemi dei proprietari e dell’ippica italiana. Solo una nuova associazione dei proprietari, con una rinnovata trasparenza, con nuovi vertici, capace di confederare tutte le associazioni regionali, di esprimere l’interesse collettivo della categoria, e di trovare intese e linee comuni con tutte le altre categorie (l’Intercategoriale per l’appunto), potrà rompere gli schemi del passato, restituire dignità agli operatori ippici, e non limitarsi ad essere fine a se stessa, come ha fatto l’UPT, chiusa nella sua miopia, tesa soltanto al mantenimento delle sue strutture e delle posizioni personali. Questi gli obiettivi. L’asservimento al potere, di qualsiasi colore esso sia, serve solo al potere. Le categorie e i proprietari per primi debbono difendere l’ippica, per tutelare i propri interessi. E il potere, in questo momento, non ha interessi funzionali a quelli dell’ippica.