Con l'invasione di corse differenziate calano ancora scommesse e montepremi.

La riqualificazione e il rilancio del settore annunciati dall'Unire e dalle categorie amiche rispecchiano la politica delle briciole che non servono a chiudere una voragine e il taglio discrezionale di corse che causa un fatale impoverimento di proprietari, allenatori, lavoratori. Lo dicono i numeri, che si contrappongono alle parole di chi non ha altro da opporre. E tutto in perfetta coerenza con quanto già preannunciato dal segretario generale Unire, Franco Panzironi, il 28 febbraio 2003 ai Monopoli: da una parte le scommesse ippiche in crisi, dall'altra i giochi di fortuna ( SuperEnalotto , Big Race, Gratta e Vinci, Lotto) che vanno a gonfie vele e sono quindi da sviluppare. Detto da un dirigente ippico non è molto incoraggiante.
E infatti dal primo gennaio al 30 settembre sono stati tagliati discrezionalmente 105 convegni ordinari e al loro posto sono arrivati 140 convegni differenziati (matineè e preserali). In sostanza ciò si traduce in una diminuzione del montepremi (quello medio per un convegno ordinario è di 50 mila euro contro poco più dei 20 mila di ogni differenziato) di circa altri 3 milioni di euro ( a cui se ne aggiungono altrettanti del Premio aggiunto a - 37,36% rispetto al 2004) e di un costante incremento delle corse di modesta categoria che tanto piacciono a Panzironi e ai suoi consulenti prediletti: Ernesto Cazzaniga, Gabriele Baldi, e Paolo Zambelli. E infatti, puntualmente, le scommesse continuano a scendere.  

G.R.