Quattro Gran Premi in tre giorni e la settimana dopo quasi niente. Ecco il grande progetto di rilancio dell'Unire.I lupi delle piste perdono il pelo, ma non il vizio, con intercategoriale e sindacati ancora fuori dalla porta.
Il calendario ippico di questi tre giorni che chiudono la settimana, è un macroscopico esempio di come non si gestisce l'ippica e spiega perché le scommesse continuano a scendere (minori prelievi per oltre 18 milioni di euro per l'Unire rispetto al 2004, una trentina se si aggiunge il previsto e non raggiunto + 4% per il 2005). Quando l'Intercategoriale parla di progetti, di sinergie per rilanciare il settore non dice cose a caso. Se solo una minima idea di progetto esistesse nei paraggi di Panzironi e soci, non esisterebbe mai un calendario che il venerdì offre le batterie del Derby, il sabato il GP Unire e la domenica un altro Gran Premio a Trieste, mentre a Merano c'è il più grande evento degli ostacoli. Sette giorni più tardi, invece, solo due Criterium dei puledri, che hanno un richiamo equivalente a zero (o quasi) per gli scommettitori. Chi ha consentito (e chi ha avallato) una cosa del genere andrebbe licenziato subito, invece siamo certi che verrà premiato con una bella pelle d’orso .
Il lupo perde il pelo, ma non rinuncia al vizio di fare i propri interessi, dimenticandosi anche dei compagni di percorso. Questa è un'abitudine piuttosto consueta per i signori degli ippodromi (Uni e Federippodromi non fa differenza) che, per difendere i propri interessi, non esitano ad ignorare i diritti altrui, nell'occasione quelli delle categorie e dei lavoratori. L'Unire sembra si sia decisa (sempre che Panzironi non ci ripensi) a riconoscere (giustamente) alle società, per quanto concerne il pagamento dell'imposta unica sulle scommesse, la medesima aliquota (15,70%, anziché 20,20%, del prelievo lordo) versata dalle agenzie ippiche. Il che significa pagare all'erario una percentuale media del 4,71% e non del 6,10% e, per l’Unire, un prelievo netto sul gioco del campo non più del 23%, ma del 24,40% circa, di cui l’80% ad appannaggio degli ippodromi. Inoltre lunedì 19 p.v., all'Unire, è prevista una riunione con le società di corse, con all'ordine del giorno un solo argomento: il fondo investimenti e, più precisamente, 55 milioni di euro messi a bilancio (Consuntivo 2003, gestione residui passivi) in base al “Protocollo d’intesa” siglato il 13 dicembre 2000 dai Presidenti Unire (Guido Melzi D’Eril), Federippodromi (Studiati Berni) ed Uni (Attilio D’Alessio), per finanziare lavori di miglioramento degli impianti (contributo pari al 70 % della spesa dei progetti ammessi ed attuati). Panzironi vorrebbero chiudere la partita (le parti si sono impegnate a transarla entro il 30 settembre) alla sua maniera, pagando solo il 70% dell'importo dei lavori riguardanti la parte tecnica, le società pretendono anche il saldo per quelli relativi al pubblico. Per quest’ultimi si prevede il raggiungimento di un compromesso. E' dell'ultima ora la notizia secondo cui l’importo risparmiato, rispetto ai 55 milioni iniziali, andrebbe a coprire le spese per la costruzione del nuovo ippodromo di Milano trotto all’interno del comprensorio della Maura. Scontata, a meno di inciuci, la reazione di Follonica, Roma trotto e Pisa, che hanno richiesto contributi per decine di milioni di euro, pertinenti ai settori tecnico e pubblico. Sembra invece che Siracusa abbia fatto un passo indietro, ritirando il suo progetto relativo – guarda caso – alla costruzione della nuova mega tribuna, perché già sponsorizzato dalla Regione Sicilia. Insomma, tanto per riassumere, tutti guardano solo ai loro profitti, infischiandosene degli altri (vedi Intercategoriale e Sindacati) che per precauzione vengono, con l’aiuto dei vertici Unire, sempre tenuti fuori dalla porta, perché sono gli unici che possono mettere i bastoni fra le ruote.
G.R.