Ritornare indietro di 20 anni, tagliare ippodromi, cavalli e corse, questa la ricetta.

Leggiamo su uno dei maggiori quotidiani nazionali un’intervista del segretario generale Unire. Panzironi sembra fuori dalla realtà delle cose formulando ragionamenti non rispondenti alle finalità di un Ente pubblico, improvvisati e da bottegaio, in particolare per quanto concerne i seguenti aspetti.
AZIONI DI MALGOVERNO. Dal 2001 al 2003 (sino ad oggi) l’ippica è stata gestita del Mipaf di Alemanno. Il primo bilancio consuntivo controfirmato da Panzironi è relativo all’anno 2003 è, a distanza di 18 mesi, non è stato reso ancora pubblico. Contiene il dettaglio delle somme scontate agli agenti ippici, per minimi garantiti e quote di prelievo, dalla legge 200/03 fortemente caldeggiata da Alemanno. Nonché il prospetto dei crediti vantati nei confronti dei concessionari per ulteriori ulteriore minimi garantiti, quote di prelievo e canoni servizi tv per un totale di euro (anni 2003 e precedenti) di euro 341.157.252 .
DEFICIT E CREDITI CON AGENZIE IPPICHE. L’attuale gestione ha sicuramente contribuito ad aggravare la posizione debitoria dell’Ente, con tagli, senza provvedimenti autorizzativi, di 25 milioni di euro per residui canoni Tv, ulteriori 70 milioni (in aggiunta a quelli della legge 200/03, come evidenziato dal Mipaf) inevasi dalle agenzie ippiche al 30 aprile 2005, 43 milioni di prelievo in meno per l’Unire rispetto alle previsioni del bilancio 2005, 53 milioni di contributi ministeriali promessi e mai corrisposti. Se si aggiungono 129 milioni di euro tagliati dalla legge 200/03 per minimi e quote di prelievo non pagati dagli assuntori di scommesse negli anni 200-01-2002, il buco supera i 300 milioni. Buco Panzironi, dato che al segretario generale (nota preliminare - esercizio finanziario – anno 2005) spetta il compito del “pareggio di bilancio“, anche attraverso il rispetto del piano di rientro dei minimi garantiti e delle quote di prelievo.
TRASPARENZA NEI BILANCI. Non si capisce come l’Unire avrebbe perso 1, 2 milioni di euro se non avesse appoggiato la serrata degli ippodromi del 1 giugno. Il movimento medio di gioco di tutti i convegni di corse effettuati nei martedì di giugno si è aggirato intorno ai 5 milioni di euro. Considerando che il prelievo medio Unire sulle scommesse è del 12,5%, la somma persa si aggira intorno ai 625 mila euro, circa la metà di quanto dichiarato da Panzironi a “ La Stampa”. Sempre che la serrata (tutta da verificare) fosse riuscita in toto. Invece i soldi (certi) a cui ha rinunciato l’Unire sono circa 350.000 euro per quanto riguarda la tris di Tor di Valle non disputata (prelievo pari a 21,2% del movimento). Inoltre, proprietari, allenatori e guidatori che avevano già trasferito i cavalli da una piazza all’altra non sono stati rimborsati di un solo euro. Senza considerare il danno di immagine e credibilità nei confronti di pubblico, appassionati e scommettitori.
NUOVE SCOMMESSE. Quartè e quintè debbono arrivare da due anni e di quella, aggiuntiva, prevista nella finanziaria 2005 (dicembre 2004) ancora nessuna traccia. E’ vero che le nuove scommesse fanno concorrenza a quelle ippiche, ma sarebbe giusto che anche che quelle realtive alle corse dei cavalli siano finalmente introdotte. Non è vero quello che dice Panzironi. Il nostro non è un settore fermo al palo, è fermo per una precisa volontà di depotenziarlo, a vantaggio di altri giochi di fortuna, più facili da amministrare, ma la cui componente sociale e di impiego è notevolmente inferiore.
SCAMBI D’IDENTITA’. Corsa c’entra la banca dati centrale con un grossolano errore della Procura di disciplina Unire? Tale da aver consentito l’illecito (sportivo) incasso di 51 mila euro a chi ha vinto gare con un cavallo sostituito o quanto meno gareggiante sotto falso nome. Il Reg. Steeple Chases infatti prevede la sanzione del distanziamento nell’ipotesi di sostituzione di un cavallo (v. il combinato disposto degli artt. 250 n. 5 e 261 n. 2), non solo per l’ipotesi di dolo (per cui è prevista fra l’altro anche la squalifica ex art. 268), ma anche per le ipotesi di errore o negligenza. La soluzione non cambia neppure nella interpretazione della fattispecie come ipotesi di cui all’art. 250 n. 5 lett. a), che prevede la falsa designazione nelle iscrizioni dell’età e del nome del cavallo. Infatti, tale condotta è punita con il distanziamento: se poi questa condotta è dolosa (art. 268 lett. c), vi è la sanzione ulteriore della squalifica. Un caso da riaprire. Forse parlare di banca dati centrale serve per ricordare più di 9 milioni di euro stanziati per informatizzare l’Unire che risultano dai bilanci 2004 ( 5.200.000 euro) e 2005 ( 4.080.000 euro), di cui non ancora sono sconosciuti gli effetti, tanto da destare inquietudine e perplessità.
TUTELA DELLE GRANDI SCUDERIE. L’ordinamento giuridico non impedisce a nessun operatore di avere un numero minimo di cavalli per operare all’interno del settore ippico. Inoltre le scuderie che hanno meno di dieci cavalli rappresentano il 70% del totale nazionale. Abbiamo lottato 20 anni perché tutti possano avere il loro cavallo, per far diventare l’ippica uno sport popolare Questa misura coercitiva riporta l’ippica indietro di 20 anni.
TROPPI CAVALLI E CORSE. L’Unire dequafilica lo spettacolo ippico. Nel bilancio di previsione 2005 si prevede infatti di giungere ad un aumento del 4% delle scommesse rispetto al 2004 per effetto dell’entrata in vigore di nuovi criteri di redazione del calendario di corse e per l’introduzione di nuove giornate antimeridiane (matineè). In luglio si sono disputate 2237 corse contro le 2231 del 2004. Sono calati i convegni ordinari, aumentati quelli differenziati. La dotazione dei Grandi Premi notevolmente diminuita.
LAVORATORI IRREGOLARI. Attendiamo ancora una risposta dall’Ente alla nostra richiesta di organizzare un tavolo teso a favorire il ripristino di regole, diritti e trasparenti rapporti di lavoro partendo dal rinnovo del CCNL trotto. Non sappiamo il numero di persone dell’indotto impegnato nell’industria dell’ippica (proprietari, guidatori, allenatori, maniscalchi, artieri, trasportatori, allevatori e operatori vari del settore). Sicuramente non meno di 100 mila unità, di cui, forse, registrato un numero inferiore, ma non inferiore a 50 mila. Per noi Panzironi dovrebbe leggersi i dati Inps, anzichè generalizzare e prestare fede a voci di corridoio.
Viene spontaneo domandarsi il motivo per cui il segretario generale anziché rendere pubblici solo oggi (a mezzo stampa) anni di malgoverno e di mancata trasparenza dei bilanci Unire non si sia rivolto alla autorità giudiziaria competente ? E per dovere di trasparenza i vertici Unire adovrebbero chiarire le cause delle dimissioni del direttore generale dell’area amministrativa dell’Ente, dott. Giovanni D’Onofrio. Atto che sottolinea l’instabilità di una struttura già in difficoltà economica, con pericolo di tracollo finanziario a breve.
G.R.