Ormai non esistono più regole, Tagliacozzo insegna. Caso Ferrara - Ravenna, perderemo due milioni.

Un concetto è abbastanza chiaro. Per le persone che guidano l’Unire le regole sono un optional, vanno rispettate solo quando fa comodo, altrimenti chi se ne frega, l’importante è andare avanti perché almeno per il momento (ma noi speriamo che prima o poi una procura della Repubblica voglia vederci chiaro)  non sembra esistere un organo in grado di controllare. L’ultimo esempio di questo modo di agire è la tris straordinaria di domenica scorsa a  Tagliacozzo. Regolamento tris e disciplinare doping prevedono che un cavallo deve essere presente negli spazi riservati 3 ore prima dell’orario ufficiale della prima corsa della giornata. Nel caso della tris, anche se straordinaria, anche se abbinata ad un Gran Premio, vale sempre quanto prescritto dal regolamento tris (Disciplinare “recinti riservati”, paragrafo “durata dell’isolamento”, del. n. 36 del 4.4.03). A Tagliacozzo è stato applicato l’isolamento breve (50 minuti prima della corsa in oggetto, la tris per l’appunto). Considerando che i cavalli escono 20 minuti prima della corsa, come è possibile effettuare in 30 minuti idonei controlli relativi a: 1) visite mediche; 2)controllo libretto di identificazione; 3) prelievi diossido di carbonio ?. Occorrono trasparenza e competenze tecniche specifiche, esattamente il contrario di quanto sta accadendo ora. E poi ci si lamenta se corrono cavalli scambiati, zoppi e se la tris è scesa a 1.318.072,00 di movimento. 

Ferrara è morta, Ravenna forse no. Sembrerebbe una buona notizia il fatto che l’ippodromo Candiano di Ravenna dovrebbe riprendere il 15 settembre. Gestito dall’ Asir (stessa società, che non ha voluto disputare i 5 convegni programmati a Ferrara) l’ippodromo di Candiano, rispetto al precedente rapporto contrattuale, nella nuova convenzione modello Deloitte, perde, tra minori entrate per corrispettivo impianti (ex finanziamento indiretto) e  per prelievo scommesse, circa 200.000 euro. Le categorie emiliane - romagnole pretendono assicurazioni dall’Unire che si è dimostrato (naturalmente) indifferente agli appelli per la chiusura di Ferrara. Ormai quel bacino ippico è praticamente distrutto e l’eventuale disputa della riunione di Ravenna sarebbe solo una goccia nel mare del dissesto economico. Se invece Ravenna non dovesse correre, verrebbe sancita subito la chiusura della maggior parte delle scuderie romagnole, la perdita di posti di lavoro e di qualcosa come 2 milioni di euro di montepremi. Ecco il frutto della grande strategia panzironiana per rimettere in sesto l’ippica.

G.R.