Lo sfascio presente e quello che verrà. 
Il massacro del settore prosegue senza sosta ed è triste considerare l'indifferenza di chi ne ha la responsabilità. Ravenna e Ferrara sono ormai due piste morte, 46 giornate di corse in meno che provocheranno danni incalcolabili per una fascia di proprietari e guidatori che su queste corse contavano molto. Noi comprendiamo la necessità di ristrutturare il settore con sacrifici, ma è necessario che vi sia un progetto, una gradualità nella loro attuazione, per consentire ai diretti interessati di affrontare questi momenti nelle condizioni migliori.
Invece nei quartieri alti dell'Unire (Panzironi, Baldarelli, Masini ecc) prevalgono altri interessi, lontani da quelli della collettività. Lo si evince anche dalla firma del Protocollo d'intesa sulla convenzione tra Unire e ippodromi, rappresentati dai vertici di Uni e Federippodromi. La firma è un'ulteriore condanna per altre piste che chiuderanno e per tutte quelle persone che subiranno le conseguenze di almeno 150 convegni ordinari tagliati e di un montepremi ordinario a - 20%. E allora perché hanno firmato? Evidentemente perché quelli che lo hanno fatto sono contenti del loro orticello e se ne fregano se altri ci lasceranno le penne. E poi perché, probabilmente, il capitolo delle compensazioni personalizzate riserverà loro delle ulteriori piacevoli sorprese. G.R.