Siamo al paradosso: crolla tutto, lo sfascio è totale, ma l’Unire parla di consolidati risultati economici e tecnici. Sindacati mobilitati a difesa dei lavoratori.

Dal surreale comunicato stampa diffuso in data odierna, l’Unire vorrebbe fotografare (dopo aver ammonito l’Unag - e dimenticato di citare l'Assogaloppo - rea di aver fatto ritardare le corse di Milano domenica u.s.) la situazione dell’ippica italiana e il modo in cui la stessa Unire sta tentando di gestire la crisi. L’ippica delineata in questo comunicato potrebbe essere quella di Marte o di qualsiasi altro paese che non sia l’Italia.
Diamo lettura del comunicato diffuso dall’Unire:
COMUNICATO STAMPA UNIRE
Dalle proteste alla costruzione di una nuova ippica
Ancora una volta invece del confronto, del senso di responsabilità, si è preferito ricorrere a forme di protesta discutibili
Infatti ieri l’Unag, il sindacato allenatori galoppo presieduto da Grizzetti, contestando la chiusura dei centri di allenamento di Roma e Pisa, decisa tra l’altro dalle società di gestione degli ippodromi di Capannelle e Pisa, ha deliberatamente ritardato le partenze delle corse di Milano San Siro, con gravi danni d’immagine per l’ippica italiana.
Nella fase di rilancio dell’Unire in atto, non tenendo conto degli sforzi economici operati dal Ministero delle Politiche Agricole, da una parte le società di gestione che hanno chiuso gli impianti senza accettare gli incontri programmati per la definizione dei contratti che regolano i rapporti economici, dall’altra le organizzazioni dei rappresentanti degli allenatori, irresponsabilmente e con motivazioni inadeguate, hanno assunto decisioni che hanno creato disagio e disaffezione nei confronti di chi invece nell’ippica crede.
L’Unire richiama tutti al senso di responsabilità, convinta che attraverso confronti anche serrati, sia importante dare il proprio contributo e percorrere la strada tracciata dall’Ente stesso per consolidare i risultati sia economici che di regolamentazione raggiunti.
Roma, 4 luglio 2005
Proviamo invece a fare una fotografia più appropriata della situazione dell’ippica italiana. Quali sarebbero i “consolidati risultati economici e regolamentari raggiunti”?
1) Economici: solo nei primi sei mesi del 2005 si registra una diminuzione del volume di gioco, per le scommesse ordinarie del 6,4%, per la scommessa tris del 8,8% rispetto agli stessi mesi del 2004. Con una perdita per l’Ente pari a euro 14.663.325.
2) Regolamentazione: interpretazione personale del Regolamento delle corse, 1° e 2° analisi doping effettuate nello stesso laboratorio, giustizia sportiva con alcune pratiche che sembrano seguire vie preferenziali rispetto ad altre, sospensione dell’attività ippica per appoggiare la serrata delle agenzie ippiche, trasformando di fatto l’Ente in una succursale di quest’ultime.
Intanto oltre 1000 cavalli rischiano di non poter svolgere attività di allenamento quotidiana per la chiusura dei centri di allenamento di Roma e Pisa.
Anche le sigle dei Sindacati Cgil – Cisl – Uil, con una nota diffusa in data odierna – che riportiamo -, denunciano la situazione di estrema difficoltà e disagio dell’ippica, a cui l’Unire ha dato un contributo determinante.
COMUNICATO
A circa sei mesi di distanza dal rifiuto di alcuni consiglieri di amministrazione dell’UNIRE di approvare il bilancio preventivo 2005, atto che ha resa esplicita la crisi economica-tecnica-gestionale e politica dell’Ente e dell’Ippica Italiana;
dopo sei mesi di agitazioni delle Categorie ippiche e dei lavoratori del settore contro i tagli al monte premi e alle “convenzioni” con le Società di Corse, contro la riduzione del numero delle corse e delle giornate di attività, contro un pericoloso dirigismo dei vertici UNIRE che riduceva il confronto a un vuoto e strumentale esercizio di facciata, per sollecitare e riaffermare la indispensabilità della definizione partecipata di un progetto condiviso di stabilizzazione e rilancio qualificato del Settore;
con alle spalle sei mesi durante i quali la gravità della crisi gestionale-tecnica ed economica dell’Ippica è stata ulteriormente certificata dalla rimozione della presidenza UNIRE e dal conseguente commissariamento dell’Ente;
trascorsi sei mesi è utile chiedersi a che punto e se vi siano segnali che indicano un cambio di indirizzo di metodo e di merito sulle questioni che avevano dato luogo alle contestazioni di larga parte del sistema ippico:
- il taglio al monte premi permane e anzi si attesta a valori più elevati rispetto a quanto preventivato (e aspramente contestato) a inizio esercizio, con l’aggravante di una distribuzione dei tagli caratterizzata da una spalmatura fortemente differenziata tra realtà e realtà;
- analoga situazione di taglio e di disomogenea distribuzione dello stesso permane nelle attribuzioni economiche connesse alle convenzioni/non convenzioni trasmesse alle società di gestione degli ippodromi , e da queste rifiutate;
- la riduzione del numero delle corse e delle giornate di calendario resta confermata nelle quantità ed è assunta come linea strategica per il settore;
- il confronto e la concertazione mantengono il loro carattere di virtualità sovrastate da una vocazione al dirigismo difficilmente interpretabile nelle sue finalità tecniche e gestionali;
- il progetto di rilancio e stabilizzazione non c’è e se c’è è patrimonio di pochi eletti che si guardano bene dall’esplicitarlo e verificarlo con i vari soggetti istituzionali di categorie e sindacali, a voler pensar bene siamo al tiriamo a campare;
- le categorie, in larga parte, mantengono alto il livello di contestazione e le OO.SS. hanno ancora aperto lo stato di agitazione.
Il quadro sinteticamente sopra tratteggiato non dispone all’ottimismo, anzi alza il livello di preoccupazione per il presente e per il futuro e, per quanto ci riguarda, inizia a produrre i temuti negativi effetti sul piano occupazionale e sulle condizioni materiali dei lavoratori (minacce di chiusura di ippodromi, di centri di allenamento , taglio pesante delle occasioni di lavoro e dei compensi per gli addetti ai totalizzatori e servizi ecc..).
Pertanto, con lo spirito e per gli obbiettivi che abbiamo ripetutamente ribadito in tutti i nostri comunicati e nelle occasioni di confronto avute, coerentemente con lo stato di agitazione vigente, rispetto al quale le strutture sindacali territoriali e aziendali hanno piena agibilità di iniziativa, provvederemo a mettere in campo nei tempi e nei modi che riterremo opportuni, tutte le azioni sul piano sindacale e politico utili ad affermare la difesa dei lavoratori e al raggiungimento di concreti risultati di stabilità e rilancio qualificato dell’Ippica Italiana.
Roma, 04 luglio 2005
Segreterie Nazionali: Slc/Cgil - Fisascat/Cisl - Uilcom/Uil
L’abbiamo detto più volte: siamo ad un punto di non ritorno. È giunta l’ora per questi Signori di lasciare il posto a chi “ nell’ippica crede veramente”.
G.R.