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Unagt : Tg Comitato 6.6.05: svolta epocale, il mondo ippico trova la sua unitą
Inviato da unagt il 7/6/2005 22:49:34 (1210 letture)

Ippodromi, trotto, galoppo, sindacati dei lavoratori uniti in un fronte unico: la sopravvivenza dell'ippica. Gabriele Baldi e Ernesto Cazzaniga isolati.

        



Riportiamo il comunicato firmato dalle categorie riunite oggi a Bologna, solo i Presidenti Anact e Anagt non hanno siglato il documento.

E’ giunto il momento per il nuovo corso dell’Unire di dare un chiaro e tangibile segno di discontinuità con il passato,  una svolta rispetto a schemi e indirizzi che ci stanno portando verso un’ippica virtuale, in cui cessa di esistere il pubblico e con esso appassionati, scommettitori, allevatori, proprietari, allenatori, guidatori e fantini, posti di lavoro. Siamo ad un punto di non ritorno, è ora di rispondere in modo programmatico e concreto alla crisi più grave ed inquietante degli ultimi anni dell’ippica, sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista amministrativo, sia dal punto di vista economico-finanziario. E’ giunto il momento in cui tutte le parti debbono mettere insieme le proprie forze, le proprie risorse, per contribuire al risultato di comune interesse del salvataggio del settore. Purtroppo il primo atto dell’ennesimo commissariamento dell’Unire è stato quello di limitare il diritto di organizzare e partecipare alle gare di società di corse, allenatori, guidatori, fantini e proprietari, di danneggiare il pubblico e di ostentare favoritismo nei confronti di una parte delle agenzie, non tutelando quella parte che democraticamente avrebbe potuto non aderire allo sciopero. Come certamente non avrebbero aderito 19.000 totoricevitori che sono ricorsi alla Procura Generale della Corte dei Conti e che per tale decisione arbitraria ed irrispettosa dell’Unire hanno subito un notevole danno economico.

Lavoratori, organizzazioni sindacali, associazioni di categoria e Unire debbono assolutamente compattarsi in un’azione comune. Non si possono più permettere a chicchessia esperimenti dilettantistici  sulla nostra pelle.

Pertanto nel tavolo paritetico promesso dall’Unire urge da subito impegnarsi  per un progetto operativo che consideri  (come da disciplina di legge, ex art. 12 Dpr 169/98) il montepremi voce stabile e non residuale del bilancio, porti ad una classificazione (o valutazione) degli ippodromi secondo criteri meritocratici, richieda trasparenza amministrativa, tecnica, qualificazione del prodotto corsa, ponendo, contemporaneamente, le basi per un rilancio del comparto ippico, non  più fondato su l’assistenzialismo e il clientelismo trascorso, ma imperniato sulla capacità e sulla volontà di porsi degli obiettivi che diano stabilità al settore. Pertanto si propone una comune linea d’intenti incentrata sui seguenti punti.

1.       Salvaguardia del montepremi, e delle risorse destinate alla parte produttiva. Si può accettare il sacrificio  di subire  il non rispetto della pregiudiziale dell’invarianza del montepremi (con tutela di quello ordinario in particolare) in percentuale minima (da ripartire in modo omogeneo su tutti gli ippodromi, il contrario di quanto avvenuto nel primo semestre) e solo a fronte di una sostenibile programmazione imprenditoriale del rilancio dello spettacolo ippico. L’ippica italiana ha dimostrato di dare vita a fenomeni di livello ed interesse mondiale (basti pensare a Varenne, Falbrav, ecc.). E per ottenere uno spettacolo ippico interessante, occorre considerare il montepremi come una voce stabile del bilancio.

2.       Classificazione degli ippodromi e dei centri di allenamento che permetta di  individuare (con tanto di certificazione) all’interno dell’esistente rete i diversi ruoli cui destinare i vari impianti e al contempo di parametrarne le entrate attraverso criteri dinamici e meritocratici. Si tratta di un argomento vitale per i destini dell’ippica, cui è legata certo la programmazione  e l’assegnazione delle giornate delle corse, ma cui sono legati aspetti anche più importanti, quali la preparazione  e l’incremento del cavallo da corsa,  lo sviluppo della cultura ippica, investimenti e occupazione. Fra i vari interessi in gioco, vi sono quelli primari dei lavoratori dell’ippica che debbono essere ascoltati in quanto protagonisti principali, tecnici  primari in pista ogni giorno e quindi i più titolati per una valutazione. In difformità alla disciplina normativa (art. 8 punto 4 legge n. 200 dell’1.8.2003) sul punto non è stata sentita alcuna associazione di categoria, né  organizzazione sindacale;

3
.       Riequilibrio dell’attività. La formulazione di un calendario, di orari delle corse e di un  palinsesto televisivo discussi preventivamente tra le Aree tecniche, associazioni di categoria, organizzazioni sindacali e società di corse, che permetta di programmare e armonizzare convegni feriali prefestivi e festivi, scevro da clientelismi, dal ricorso inflazionato alla programmazione di corse estere, da interventi politici e continui rimaneggiamenti, come nella prassi odierna (che ha privilegiato esclusivamente sino ad ora gli interessi delle agenzie ippiche);

4.       Razionalizzazione della gestione del segnale Tv. Non solo occorre l’imposizione di corrispettivi adeguati, da parte dell’Unire, per la diffusione televisiva delle corse, attualmente trasmesse in un sistema gestito da Società legate alle agenzie di raccolta di scommesse, ma occorre anche selezionare i passaggi e confezionare il palinsesto secondo criteri di merito degli ippodromi, importanza e regolarità delle corse;

5.       Analisi della redditività delle corse. Risultano infatti poco attendibili, ai fini di una ottimizzazione del settore, i dati forniti dall’Unire, estrapolati da un elementare rapporto fra mezzi impiegati e scommesse riversate. Tali concetti, anziché proporre un’immagine globale del settore, nel quale, proprio per giungere ad una equilibrata e seria efficienza, occorre avere attenzione non solo al grande ippodromo, ma anche  al piccolo ippodromo, che potrà diventare grande per il principio dei vasi comunicanti,  con tutte le questioni endemiche in primo piano: al fine di creare un indotto di passione e di cultura del cavallo. Per questo occorre quindi mantenere inalterato il montepremi, ed anzi, porre le basi per un incremento, magari legato all’andamento delle scommesse. Pertanto, non ha senso ricorrere alle corse estere (anche perché l’Unire è Unione Nazionale e non Internazionale per l’incremento delle razze equine), così come non avrebbe senso teorizzare corse telematiche o virtuali, che forse darebbero inizialmente un miglior rapporto spesa-introito, ma condurrebbero fatalmente a ridurre e dequalificare i cavalli da corsa e da competizione italiani: con le conseguenze da un lato dell’apostasia dell’Unire rispetto ai propri fini istituzionali, dall’altro lato della perdita del lavoro per circa 65.000 addetti, dall’altro lato ancora di circostanza deterrente per chiunque voglia entrare o rimanere nel settore. La produttività generale deriva dagli interi comparti corse e ippodromi e non dalla resa di una  singola corsa o di un singolo ippodromo;

6.       Ottimizzazione dei bilanci Unire. In questa ottica l’analisi dell’attuale andamento economico-finanziario dell’Ente risulta di fondamentale importanza. E’ inopportuno e gravemente dannoso mantenere un’elevata esposizione creditoria (come evidenziato anche dal Mipaf) nei confronti delle agenzie ippiche senza adottare le opportune misure di escussione di tali crediti. E’ inoltre inauspicabile, ma non escluso, di fronte alla crisi del settore, che si debba magari un giorno rinunciare a tali crediti per effetto di qualche provvedimento legislativo, come accaduto in passato con la Legge 200/2003 che ha scontato alle agenzie 129 milioni di euro. A cui si aggiungono agevolazioni fiscali, quali la riduzione dell’imposta unica sul volume delle scommesse giocate per milioni di euro annui. Urge inoltre la razionalizzazione di altre poste di bilancio come quella relativa alle spese per funzionari, per sistemi informativi ed altre, raddoppiate dalle ultime gestioni rispetto agli esercizi precedenti. Non è più tollerabile che vengano penalizzate le aree produttive  (lavoratori, categorie ed ippodromi) a vantaggio di un’eccessiva burocratizzazione dell’Unire. Paradossalmente, dall’analisi dei bilanci degli ultimi anni, risulta che le spese sostenute per la gestione dell’Ente (prossimo al collasso tecnico – economico) tendono ad eguagliare quelle corrisposte alle società di corse per la remunerazione dei servizi resi.

Le associazioni sottoscritte, in questo momento epocale nel perseguimento dei comuni obiettivi di cui sopra, intendono peraltro presentare unitariamente e tutte insieme le proprie proposte, i propri programmi, i propri intendimenti, rifiutando confronti divisi e separati. A tal proposito ritengono che necessiti l’estensione della convocazione a tutti i soggetti sottoscritti, che resta prioritaria ed urgente, alla presenza dell’intero collegio commissariale.

Federippodromi – Presidente Guido Melzi d’Eril
Upt
– Vice presidente Franco Adducci

Upt Lombardia
– Giammaria Pizzaballa

Upt Emilia
– Vittorio Sassatelli

Upt Friuli
– Dario Edera

Upt Veneto
– Alfonso Montagna

Unagt
– Presidente esecutivo Maurizio Mattii

Assogaloppo
– Presidente Fabio Carnevali

Urtuma
– Presidente Ermanno Mori Jr

Anac
– Presidente Isabella Bezzera

Unag
– Presidente Bruno Grizzetti

Unpcps
– Vice presidente Stefano Berardelli

Anf
– Presidente Claudio Bartolini

Uif
– Presidente Alessandro Parravani

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