I Commissari senza il mito dell’infallibilità.
Da sinistra a destra Baldarelli, Chiarella, Masini
L’Italia è in crisi, ha una crescita rispetto al PIL solo dell’ 1%.
L’ippica perde ed è in profonda crisi. Ma perché l’ippica è in crisi?
Non ha la concorrenza cinese, né la manodopera la tocca più di tanto, anzi, produce un prodotto qualificato, pardon, dovrebbe essere qualificato e non lo è, le banche sono interessate……. E di questi tempi non è poco, allora i rimedi cerchiamo di trovarli.
1. Nella qualificazione del prodotto nel senso che le corse devono essere come l’acqua del rubinetto: esaminate e pulite. E qui si apre un bel capitolo dalla qualificazione dei funzionari alle società di corse, ai clandestini in agenzie, ai tecnici dell’Unire;
2. Una seria lotta al doping, quindi una rivisitazione all’istituto e ai programmi dello stesso;
3. Una rete di distribuzione affidabile e in grado di garantire un gettito all’erario e alle casse Unire, ma soprattutto una rete di distribuzione che integri le agenzie storiche e paghi puntualmente;
4. Un Unire un tantino integrato nelle sue funzioni tecniche in grado di emanare un calendario, gestire un montepremi, pretendere delle piste da corsa, e una ricettività degli ippodromi per i cavalli e le persone che ci lavorano, ma soprattutto un Unire che sia oggettivo nell’ascoltare agenzie, categorie, sindacato, ippodromi e equilibratamente decida.
Questa è un’opinione, valutate se può essere una ricetta.
L’APPELLO
Baldarelli, Masini, Chiarella (che ancora non conosciamo), adesso rimboccatevi le maniche, siamo come Pollicino, abbiamo seminato tanti mattoncini per ritrovare la strada nel bosco, se non la seguite l’orco cattivo vi porta via…
R.M.